martedì 20 novembre 2007

A proposito di "prudenza"



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Il concetto di "prudenza" è ben sviluppato da Enrico Berti in un saggio sui rapporti tra prudenza ed etica ,dove superando le distinzioni tra etica individualista kantiana e etica delle responsabilità di Weber si richiama ad Aristotele (VI libro Nicomachea) :
«è chiaro che la scelta corretta non sarà possibile senza la prudenza né senza la virtù: I'una, infatti, determina il fine (cioè la virtù, noi diremmo l'onestà), I'altra ci fa compiere le azioni atte a raggiungerlo ...E' certo, poi, che la prudenza non è padrona della sapienza e della parte migliore delI'anima, come neppure la medicina è padrona della salute; infatti non si serve di lei, ma cerca di vedere come essa si possa produrre: la prudenza, dunque, comanda in vista della sapienza, ma non comanda alla sapienza. Altrimenti, è come se si dicesse che la politica comanda agli dèi, perché impera su tutto l'ordinamento interno della città».
Commenta Berti ,e noi condividiamo, il significato di queste parole è chiaro: la politica non è tutto, cioè non è essa il fine dell'uomo; c'è qualcosa di più importante della politica, che è il fine a cui la politica deve servire, cioè il vivere bene, la felicità, o, se si vuole, la sapienza, cioè la contemplazione.

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