mercoledì 28 novembre 2007

Controlli informatici alternativi alla carcerazione (il ritorno del braccialetto elettronico)




Vi segnaliamo un articolo apparso su Punto informatico di oggi


E ..a proposito ,la proposta viene da un Sindacato ,quello della polizia penitenziaria ,a riprova che "essere " sindacato non significa solo occuparsi di questioni retributive ..


Roma - Le carceri scoppiano: i dati di aumento della popolazione carceraria tornano a preoccupare e il sindacato della Polizia Penitenziaria non ci sta. In un lungo approfondimento pubblicato sull'ultimo numero della rivista Polizia Penitenziaria - Società, Giustizia, Sicurezza si parla del braccialetto elettronico, unica vera e possibile soluzione, già usata in altri paesi, per garantire sorveglianza e monitoraggio alternativi alla reclusione tradizionale. Una misura potenzialmente utilizzabile in una miriade di casi.

Non è certo la prima volta che si sente parlare di braccialetto elettronico in Italia ma dopo le sperimentazioni del 2001 i progetti sono andati progressivamente disgregandosi. In realtà da novembre 2006 nessuno nel Belpaese utilizza questo dispositivo.Si tratta invece, sostiene il sindacato SAPPE, di una misura che non solo viene utilizzata già in molti paesi, come USA e Olanda, ma che potrebbe almeno in parte svuotare le carceri, agevolare il lavoro delle forze dell'ordine e far recuperare efficienza agli stessi organi di polizia penitenziaria. "In Inghilterra - si legge sulla rivista - il braccialetto elettronico è stato sperimentato nel 1995 e dal 1997 in poi oltre 130mila persone hanno usufruito della detenzione domiciliare monitorata elettronicamente. Il dispositivo di controllo è stato poi adottato anche nei confronti degli hooligans sottoposti a diffida e, dal 2002, è stata estesa l'applicazione ai minorenni".

Il motivo è ovvio: l'evoluzione di questa tecnologia non solo permette di sapere se il soggetto è nel luogo dove è stato stabilito che debba trovarsi, ma anche di visualizzare e seguire i suoi spostamenti. Questo significa che possono essere sottoposti a braccialetto tutta una serie di detenuti che potrebbero muoversi in aree previste in sicurezza e che non potrebbero uscire da queste o dai percorsi preventivati. Una flessibilità di applicazione che, secondo la rivista, già porta all'estero enormi benefici. Il braccialetto, inoltre, non può essere rimosso senza far scattare un allarme ad hoc."Dal 2004 - ricorda l'approfondimento pubblicato dalla rivista sindacale - è stata avviata una sperimentazione per i casi di pedofilia e di violenza domestica. Sempre in Inghilterra è stata di recente annunciata la volontà politica di ricorrere ad un provvedimento di clemenza (indulto o amnistia) previa applicazione della sorveglianza domiciliare mediante braccialetto elettronico. La percentuale di successo della misura si è attestata intorno al 97 per cento e, attualmente, c'è una media di 13mila detenuti al giorno sottoposti al controllo"."Questi dati - conclude l'articolo - dovrebbero essere più che sufficienti per indurre il nostro governo a rilanciare, da subito, l'applicazione di questo dispositivo di controllo".

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