lunedì 19 novembre 2007

Conservatori e progressisti in magistratura

Chi può definirsi "conservatore" e chi "progressista" nella magistratura ? Se accettiamo l'idea che una parte (quella "progressista") oggi appare in crisi il messaggio implicito che si dà è che esiste una parte grettamente conservatrice ,fautrice dell'autoritarismo nemica delle riforme e anzi vicina al nemico (la destra) .
Ora distinguere tra conservatori e progressisti può essere corretto ,ma deve essere fatto con un riferimento preciso ,e cioè le riforme ,quelle occorrono per rendere più efficace l'organizzazione ed il funzionamento degli uffici giudiziari. Si può essere conservatori illuminati e progressisti moderati ,ma quel che conta è accettare l'interlocuzione e non chiudersi nella prospettiva di essere gli unici detentori del senso di giustizia e della verità .
Finchè resterà una distinzione arida ,come quella che qualcuno ,per moda per pallino ,per un fatto "culturale" (ma vorremmo sapere di che cultura si tratterebbe) insiste a riproporre non si andrà molto lontano. Il mondo è cambiato e dobbiamo accettare anche l'idea che il vero parametro di riferimento per misurare chi è "davvero" conservatore e chi è "davvero" progressista sono solo gli atteggiamenti sulle proposte ,sulle idee ,sulle ipotesi di riforma .
Ha senso oggi parlare di onestà intellettuale ,di indipendenza interna ed esterna ,di correttezza istituzionale ,di deontologia giudiziaria, di coerenza nei comportamenti ?
Noi crediamo di sì ,e crediamo che tutto ciò venga prima dei programmi su carta patinata e degli schieramenti ,piccolo gioco "riservato" ,quasi una politica di serie B per soli magistrati . Su queste basi la magistratura potrebbe esse davvero unita ,per cercare 'insieme" a prescindere dagli schieramenti associativi (e dai paraocchi che vi si collegano ) di migliorare il servizio con l'unico metodo che è quello del confronto .
Lasciamo stare le categorie della politica che non sono più nè attuali nè meccanicamente trasferibili altrove e cerchiamo,intorno ai valori essenziali che ci dovrebbero unire di capire fino a che punto la parodia della politica militante può essere ancora accettata , ora servono non solo i processi ai voti manifestati o le dichiarazioni di fedeltà alla linea (sia di pretesa "destra" che di pretesa "sinistra" ) ma sopratutto i segni di un cambiamento che i magistrati italiani attendono da troppo tempo .


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