martedì 23 ottobre 2007

Ma lo scenario delle "correnti" è immutabile ?

Ogni qual volta che si parla dell'argomento vi è una incomprensibile presa di distanza ,un insieme di distinguo ("noi però siamo diversi dagli altri " ) ,un richiamo alle radici della cultura e dell'impegno "politico" della magistratura associata etc etc.
Ma chi ha detto che il modello del correntismo è l'unico possibile ?
Quale altro sindacato (perchè l'ANM dovrebbe essere prima di tutto "il" sindacato dei magistrati) ha al suo interno divisioni formali e rigide in gruppi organizzati che frammentano ancora di più la rappresentanza e gestiscono sia (tutti) i rapporti con gli associati che le loro possibili forme di partecipazione ?
Assistiamo nella società italiana a straordinarie mutazioni dello schema "partito" ,sono cambiati dagli anni ottanta e novanta le "forme" dei partiti tradizionali ,nascono grandi movimenti di opinione trasversali nella società civile (intorno alle grandi questioni referendarie ,sulle riforme politiche e sulle grandi questioni sociali) ma l'associazionismo dei magistrati sembra passare indenne nelle medesime forme , quasi che il solo immaginare una ANM "diversa" sia una sorta di eresia .
Gli stessi sindacati cambiano ,sono cambiati e cambieranno ancora ,e appare limitativo ridurre la questione alla sola "diversità" intrinseca dell'ANM ("perchè ..non dobbiamo limitarci alle rivendicazioni salariali,specie in momenti come questo ") .
A parte che non c'è niente di male a parlare e a rivendicare ,appunto "sindacalmente" non solo condizioni dignitose di lavoro ma anche un trattamento economico dignitoso e coerente (vogliamo parlare dell'usura di chi lavora di notte e nei giorni festivi ? Quanti cittadini sanno che molti magistrati lo fanno ? ) ,a parte che non ci sentiamo affatto una "magistratura di serie B" rispetto alle magistrature amministrative e all'avvocatura dello Stato ,il vero problema è che in una società moderna cambia il modo di "fare" sindacato ,il modo di interloquire con tutte le associazioni ed i movimenti (a cominciare dalle organizzazioni dei consumatori e degli utenti ) ed oggi ogni sindacato dovrebbe essere in grado di operare "in rete" ,recuperando positivamente e propositivamente il dialogo costruttivo con tutte le categorie coinvolte nel "sistema" giudiziario, a cominciare da avvocati e funzionari amministrativi ) ,e cambiano i modelli tradizionali di partecipazione ,di consultazione e di coinvolgimento.
Il modello "correntizio" -forse- non è immutabile ,così come non è immutabile il modello "politico" di riferimento : abbiamo assistito in questi anni a straordinari cambiamenti nell'ambito dei sistemi elettorali e i partiti tradizionali si trasformano e si innovano in uno scenario molto mutato .
La illusione di una "politica del diritto" coltivata per anni (in uno scenario contrapposto) ha fatto il resto : e la magistratura non è stata in grado di partecipare alle grandi riforme o semplicemente le ha solo "subite" e non appare ,specie oggi in grado di capire le trasformazioni sociali ,chiusa ,a seconda dei casi, in una "turris eburnea" o in "Fort Alamo", reclusa o accerchiata in una politica "riservata" e rigida nella quale la "rappresentanza" è vista solo come (sfogante) confronto elettorale continuo e costante .
Indipendenza e imparzialità sono le caratteristiche della giurisdizione ,e le condizioni di base per la garanzia dei diritti dei cittadini in ogni società democratica.
La nostra astensione non è un disimpegno ,ma un vero impegno per avviare una autoriforma .

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