mercoledì 31 ottobre 2007

La priorità della sicurezza


Riteniamo che la sicurezza sia ormai una vera e propria emergenza sociale e una priorità ineludibile ,e che le misure legislative che occorrono debbano favorire in ogni modo le esigenze di garanzia della vita stessa dei cittadini .
La sicurezza non ha colore ,perchè è prima di tutto un diritto,di tutti.

Siamo perciò convinti che al di là dei facili e vuoti sociologismi ("non è col carcere che si risolvono i problemi..le colpe sono altre") che hanno caratterizzato ,purtroppo, in questi anni ogni approccio al problema ,ora sia arrivato il momento di prendere finalmente quelle misure concrete ed urgentissime che servono, sia sul piano amministrativo che sul piano penale e processuale penale .



Non si può più eludere un problema che è diventato evidente ,ed immaginiamo perciò una urgente iniziativa bipartizan e soluzioni "reali" che tengano conto delle indicazioni di chi vive ,ogni giorno, il problema concretamente e non provenienti da " tecnici" che non hanno nessuna esperienza diretta o si muovono solo su basi astratte ,e che non conoscendo bene i problemi nella loro realtà magari predispongono soluzioni generiche e insufficienti.


Potenziare il rito immediato e il rito direttissimo ,prevedere immediate pene alternative alla detenzione e insieme detenzione certa e immediata per i colpevoli dei delitti più gravi ,potenziare un sistema informatico di gestione dei precedenti giudiziari che si è rivelato ,nei fatti, del tutto carente oggi si può ,ed è il minimo che il cittadino ,ogni cittadino ,deve pretendere dallo Stato,uscendo una buona volta dai formalismi barocchi che hanno caratterizzato la legislazione dell'ultimo decennio rendendo più difficile non solo la certezza della pena ,ma rendendo incerto e fragile il processo ,persino quello nei casi di flagranza di reato .


Ora è in gioco il diritto delle vittime di non essere abbandonate a violenza cieca e brutale e di essere difese da un sistema giudiziario efficace.E' in gioco la credibilità stessa non solo di un sistema giudiziario ,ma dello Stato nel suo insieme.Queste sono tematiche sulle quali la magistratura non può tirarsi indietro nè rifugiarsi nella retorica delle costanti priorità che devono avere i famosi crimini "dei colletti bianchi" .



C'è anche l'"altra" criminalità ,quella violenta , organizzata e diffusa sul territorio ,che colpisce e che non ha colore e nemmeno scrupoli.


Servono risposte ,positive e organizzative. E i "se" e i "ma" ,per una volta lasciamoli da parte.
















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