venerdì 23 novembre 2007

Dalle parole alla innovazione ...

Siamo completamente d'accordo con quelle prospettive di cambiamento "reale" che ,crediamo, sono necessarie per adeguare organizzazione e metodi della magistratura italiana alla realtà sociale . E' evidente che il primo dei compiti della ANM è quello di "essere" sindacato,cioè di cogliere come si esprimono le differenti professionalità dei magistrati italiani e sopratutto i limiti che possono essere esigibili in termini non solo economici ,ma sopratutto di sacrificio personale e di dignità personale nella "organizzazione " del lavoro. Riteniamo però che tutto ciò non possa essere solo oggetto di rivendicazione all'esterno ma deve essere prima di tutto oggetto di una meditazione "interna" .
Ecco perchè sarebbe bello un dibattito ,come proponiamo da mesi e sul quale insisteremo in modo "trasversale" sulla realtà delle ingerenze correntizie nella organizzazione degli uffici,nelle nomine ,nella carriera dei magistrati italiani . Si dice ,e tanto, che non basta apparire indipendenti e che bisogna esserlo davvero ,bene il problema dell'indipendenza interna esiste o no ? Le partizioni sindacali all'interno della ANM sono così "neutre" nell'intervento negli uffici e all'interno del CSM quando si tratta di scegliere tizio o caio o di effettuare questa o quella nomina ?
Noi siamo convinti che occorra un passo indietro ,niente di drammatico o trascendentale solo un passo indietro ,il medesimo poi che i cittadini chiedono oggi a partiti e sindacati nella società civile . Ben vengano,sia chiaro, correnti e gruppi associativi ,il pluralismo è democrazia ,fermo restando però che nessuno può seriamente pensare ad un quadro di immutabilità ed immobilità di soggetti e alleanze e purchè il loro ruolo sia trasparente ed ideale ,e sopratutto "leale" ,cioè non pretenda di sovrapporre e confondere pluralismo (indispensabile) e "rappresentanza" istituzionale (le "caselle" riservate) .
Oggi molti nelle maling list "ufficiali" si sono accorti di tutto questo ed è singolare come il dibattito sia ripreso (specie dopo la "stangata" elettorale) ,ma il primo passo serio è costituire una unica mailing list dei magistrati italiani ,approvare in sede di CDC al più presto riforme al sistema elettorale che consentano anche alle posizioni indipendenti di farsi conoscere e di emergere ,magari in un confronto aspro ma autentico.
Ed il prossimo banco di prova del cambiamento saranno le elezioni ai Consigli giudiziari .

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