giovedì 15 novembre 2007

Adesso pensiamo all'autogoverno di Bruno Tinti




Le elezioni ci sono state, non so ancora come sono andate, non so quantoavrà avuto successo il partito dell'astensione, non so se l'ANM e lecorrenti si gestiranno, nel prossimo futuro, in maniera diversa da quantohanno fatto fino ad ora.Quello che credo di sapere è che il problema vero non stava e non sta in unarivoluzione o riforma delle correnti e dell'ANM, sta invece nella riformadell'autogoverno.Non mi metto qui e di nuovo a fare l'elenco dei mali del correntismo; sonoalmeno 3 anni che parliamo (le prime mail di Antonio Patrono e mie sicollocano a metà del 2005). Nessuno li ha negati, nemmeno i sostenitori delsistema delle correnti. La contrapposizione è stata tra chi riteneva chebisognasse indebolire le correnti con un segnale forte per indurle ad unripensamento sulle loro caratteristiche negative (appunto il correntismo); echi, senza negare queste caratteristiche ed auspicandone comunque ilsuperamento, riteneva che in ogni modo il sistema delle correnti avevaconsentito e avrebbe consentito in futuro la difesa dei valori fondamentalidella giurisdizione e della magistratura.Se dovessi azzardare una sintesi, direi che l'unica differenza tra i duegruppi è stata in questo: il primo ha messo sullo stesso piano tutte lecorrenti, unificandole nella critica ad un sistema; il secondo, condividendola critica verso il sistema, ha sostenuto che la corrente cui loroappartenevano era diversa dalle altre e che, se rafforzata dal consensodegli elettori, avrebbe avuto la forza di modificarlo.Io ho sempre sostenuto che il terreno dello scontro che ha animato lemailing list negli ultimi mesi era stato mal scelto; che le correnti, inquanto associazioni private, non potevano che essere caratterizzate dalogiche di appartenenza e di concorrenza con le altre; che il confronto nonpoteva che svolgersi richiedendo consenso; che la richiesta di consenso eramotivata, con marginali differenze, con argomentazioni sostanzialmenteequivalenti (in particolare tutti fanno riferimento all'autonomia e allaindipendenza, sia interna che esterna); che chi riteneva importantericonoscersi in una corrente (perché le differenze marginali lo sospingevanoverso una e lo allontanavano da un'altra) bene faceva a parteciparvi; cheinsomma non su tutto questo bisognava parlare e litigare, ma sullecaratteristiche e sul deterioramento dell'autogoverno.Così è su questo che vorrei si aprisse un dibattito: su come possiamoriformare l'autogoverno per evitare che logiche di appartenenza, del tuttofisiologiche all'interno delle correnti e dell'ANM, inquinino le funzionicostituzionali ed istituzionali di CSM e CG.Anche su questo inquinamento io non credo che occorra spendere parole:nessuno ha mai negato che esista e, al massimo, si è dissociato da esso,attribuendolo in toto agli "altri".Ora io mi limito a due banali osservazioni:- è ovvio che, nello sterminato numero di provvedimenti e pareridell'autogoverno, è privo di significato che qualche volta, pochissimevolte, in presenza di personalità universalmente riconosciute comeeccellenti o, per contro, universalmente riconosciute come pessime, vi siastata l'unanimità; così come è privo di significato che, fermo questosterminato numero, in un numero appena maggiore di casi si sia assistito aqualche voto non necessariamente coincidente con quello degli altriappartenenti alla medesima corrente. Ed è anche ovvio che, in presenza dischieramenti, nella stragrande maggioranza dei casi, regolarmente ricorrenti(ricordo molte mail intitolate "le maggioranze precostituite") non si puòseriamente disconoscere che è l'appartenenza alle correnti che hacondizionato l'esercizio delle funzioni dell'autogoverno.- che l'inquinamento esista è ferma convinzione di tutti (quasi?) imagistrati che sono soggetti all'autogoverno. Lo dicono, lo paventano,dimostrano nei fatti di esserne convinti. In ogni occasione che li riguardapersonalmente si affannano con telefonate, segnalazioni, raccomandazionirivolte al "santo protettore" della corrente di appartenenza; o a quellodella corrente cui appartiene l'amico che si è dichiarato disposto araccomandarli, segnalarli etc. In particolare tutti (quasi?) i magistratidimostrano nei fatti di essere convinti di ciò quando incappano in qualcheincidente di percorso che li porta avanti alla Sezione disciplinare. Sempre(quasi?) il loro difensore è un esponente di spicco di una corrente. Questascelta non può essere giustificata solo con l'ovvia considerazione che, ingenere, si tratta di persone di indubbio valore professionale e con buona ogrande esperienza di questo genere di cose. Essa è invece assai suggestivadella vera ragione per la quale è stata operata: la speranza che la correntecui appartiene il difensore (che è poi in genere la stessa cui appartienel'incolpato) li appoggi al momento della decisione. D'altra parte è miaesperienza costante (chiedo a chi mi legge di ammettere, se corrisponde alvero, che è successo anche a loro) come, quando si discute delle correnti,molti colleghi non impegnati sostengono comunque di essere iscritti all'unao all'altra perché "può sempre succedere qualche guaio e c'è bisogno diessere protetti".Un autogoverno con queste caratteristiche è inaccettabile.Tanto più lo è (ho presente le obiezioni di Spataro, Mambriani e Di Grazia)perché io non credo che il CSM abbia poi molte altre funzioni oltre a quellepreviste dall'art. 105 della Costituzione.So che Berlusconi e Gelli avevano cavalcato questo argomento prima di me; maio credo che si debba guardare agli argomenti e non agli uomini; e comunqueio non sono simile a Berlusconi o Gelli né condivido le loro opinioni.Il punto è che anche tutta la elaborazione dottrinale sui compiti del CSM haavuto come prevalente obbiettivo le modalità con cui il Consiglio poteva edoveva esercitare il suo ruolo (il diritto di iniziativa, l'affrancamentodalle proposte del Ministro, il diritto di consultazione etc.) che però èsempre restato nella massima prevalenza quello di gestire la carriera deimagistrati. D'altra parte questa è stata la storica ragione d'essere delCSM, quella di garantire la magistratura rispetto all'esecutivo, rendendoimpossibile ogni intervento di questo sulla carriera dei singoli magistrati.E, per quanto riguarda i CG, non vi è dubbio che il loro ruolo sia quello didare pareri sui magistrati del Distretto.Nessuna delle ragioni che rendono necessarie le correnti, auspicabile laloro attività all'interno dell'ANM, comprensibile l'appartenenza allemedesime, fisiologico il confronto dialettico e spesso polemico tra esse;nessuna di queste ragioni giustifica analoga presenza all'interno delsistema dell'autogoverno. Al contrario, tutto ciò che caratterizza unacorrente è inaccettabile per il corretto esercizio dell'autogoverno. E'inaccettabile, per dirla sinteticamente ma esaurientemente, chel'autogoverno venga esercitato in funzione di logiche di appartenenza.Occorre quindi un sistema di scelta dei componenti dell'autogoverno diversoda quello fino ad ora seguito.Occorre che i componenti dell'autogoverno non siano condizionati da vincoli(che spero nessuno si azzarderà a negare) con la corrente cui debbono laloro nomina.Occorre insomma che le decisioni dell'autogoverno siano proprie dei singolicomponenti di esso (giuste o sbagliate che siano).Occorre infine che la funzione di componente dell'autogoverno sia riportataal concetto di "servizio", e che venga abbandonato il concetto di "potere"che finora ha caratterizzato l'esercizio di essa (e anche questo non credovi sia qualcuno che si azzardi a negarlo).Io non sono particolarmente affezionato all'unico sistema, alternativo aquello vigente, che sono stato capace di trovare; non ho nessun interesseche lo scopo che ritengo si debba raggiungere (a questo si che sonoaffezionato) sia realizzato con il metodo da me proposto o con altri chepotranno essere proposti da altri; non ho diritti di primogenitura da farvalere né aspiro ad occasioni di vanterie pubbliche o private. Insomma nonme ne importa niente di come si potrà realizzare la riformadell'autogoverno. Mi importa tantissimo che questa riforma si faccia.Ecco perché, con queste premesse, descrivo più articolatamente di quanto nonabbia fatto finora, il "balzano" sistema del sorteggio: perché non so comealtrimenti impedire che l'autogoverno continui a precipitare lungo la chinarovinosa che sta seguendo, tradendo i principi costituzionali edesponendoci, quotidianamente, alle accuse, strumentali ma motivate, degliavversari di una magistratura libera, indipendente ed autonoma.Chi non vuole leggere il seguito può fermarsi qui (se ci è arrivato); e, secondivide l'analisi sulla necessità di riformare l'autogoverno, sforzarsi diimmaginare come farlo. Qualcun altro forse vorrà comprendere meglio prima didissentire.1) - Va premesso che il concetto di "sorte" è quotidianamente applicato, perespresse disposizioni normative (sia pure secondarie), in ambitogiurisdizionale: a questo concetto va fatta risalire l'adozione di turnipredeterminati, l'assegnazione dei processi al magistrato di turno e non aquello designato dal capo dell'ufficio o magari autodesignatosi, alla finelo stesso istituto del giudice naturale: il processo finisce ad un giudicescelto a caso, nel che sta il concetto di giudice scelto con criteripredeterminati. E non mi dilungherò certo ad illustrare qui quanto per annie anni argomentato in ogni sede (convegni, dibattiti, correnti, autogoverno)a sostegno di questa scelta.La sorte regola la scelta dei componenti del Tribunale dei Ministri; mi pareevidente che, a fondamento di questa scelta, stia la convinzione che, in talmodo, si ovvia al possibile condizionamento dei giudici dovuto ad ideologieo convinzioni etiche, politiche o religiose, dunque di nuovoall'appartenenza.La sorte è previsto che regoli la scelta dei componenti della futura SezioneDisciplinare che proprio la dissennata gestione correntizia ha spinto molteforze politiche e culturali ad auspicare venga sottratta al CSM e costituitacome organo autonomo, composto da ex Presidenti di Corte Costituzionale, exPresidenti di Corte di Cassazione e non so chi altri, tutti comunque elettia sorte.Sono sicuro che esistono altri organismi eletti a sorte; se qualcuno liconosce e ha la bontà di segnalarli farà cosa buona.E' comunque innegabile che il sorteggio ha un grande pregio: annulla ognirapporto di dipendenza tra il componente dell'istituzione formata persorteggio e chi è a questa a vario titolo assoggettato; il primo non devenulla al secondo; e il secondo non ha motivo per temere o sperare qualcosada parte del primo.Il che mi sembra proprio il requisito fondamentale dell'autogoverno.2) - Non è affatto necessario cambiare la legge elettorale del CSM o dei CGper eleggere a sorte i componenti dell'autogoverno; o per eleggernequantomeno una parte, io spero la maggior parte.Prima di tutto una nuova legge in queste materie sarebbe certamentedisastrosa: il potere politico ne approfitterebbe per rendere l'autogovernoil meno indipendente ed autonomo possibile. Inoltre, come ho detto non ènecessaria.E' sufficiente che candidati per l'autogoverno scelti con il criterio delsorteggio partecipino alle elezioni in concorrenza con quelli scelti dallecorrenti, se queste (come credo sia certo) non faranno un passo indietro;ovvero come unici candidati (in congruo numero come cercherò di spiegare) sele correnti decidessero di abbandonare il controllo dell'autogoverno.Questo che segue è il sistema che ho immaginato; perfettibile, sostituibilecon qualsiasi altro possa ritenersi migliore.1) - Si costituisce un'organizzazione (da qui in avanti chiamata OESA -Organizzazione per l'Elezione a Sorteggio dell'Autogoverno) che ha ilcompito di presentare la lista dei candidati scelti a sorteggio.2) - Caratteristica di OESA è che essa si scioglierà il giorno stesso in cuila lista dei candidati sia stata depositata. Con il che si eviterà che essadiventi una corrente come tutte le altre; semplicemente smetterà di esistereper raggiungimento dello scopo sociale.3) - Nessun componente di OESA può avanzare la sua candidatura per esseresorteggiato a componente dell'autogoverno. Con il che si evita ognipossibile strumentalizzazione, anche attuata mediante sistemi illeciti.4) - OESA invita tutti i magistrati del Paese a candidarsi, se se neritengono capaci e se lo desiderano, alle elezioni per il CSM. Lalegittimazione a questa candidatura è sottoposta alle seguenti condizioni:4.1) - il magistrato deve avere più di 10 anni di servizio (naturalmentemodificabile, si tratta di un semplice suggerimento)4.2) - il magistrato non deve avere più di 60 anni di età (naturalmentemodificabile, si tratta di un semplice suggerimento)4.3) - Il magistrato si deve impegnare a fare ritorno, se sarà eletto e altermine del mandato, presso l'ufficio giudiziario in cui presta le propriefunzioni all'atto della presentazione della sua candidatura e a nonpresentare domanda di trasferimento in altra sede o di assegnazione adincarichi extra-giudiziari (o a rifiutare eventuali nomine che gli venganoproposte) per i tre anni successivi a detto termine5) - OESA divide le candidature in gruppi formati da magistrati con funzionidi PM, Giudici di Tribunale, Giudici di Appello e Giudici di Cassazione eprovvede alla estrazione a sorte (con modalità tali da assicurarne latrasparenza) di un numero di candidature pari al numero dei componentidell'autogoverno che dovranno essere eletti6) - OESA presenta con le modalità di legge la lista dei candidati formatacon le modalità sopra indicate.7) - OESA invita tutti i magistrati del Distretto a candidarsi, se se neritengono capaci e se lo desiderano, alle elezioni per il CG. Lalegittimazione a questa candidatura è sottoposta alle seguenti condizioni:7.1) - il magistrato deve avere più di 5 anni di servizio (naturalmentemodificabile, si tratta di un semplice suggerimento)7.2) - il magistrato non deve avere più di 60 anni di età (naturalmentemodificabile, si tratta di un semplice suggerimento)8) - OESA presenta con le modalità di legge la lista dei candidati formatacon le modalità sopra indicate.Qui di seguito alcune considerazioni finali.a) - Una più rassicurante composizione del gruppo di candidature per il CSMsu cui operare il sorteggio sarebbe facilitata se l'eletto conservasse ilproprio stipendio e facesse fronte alle necessità di permanenza in Romamediante un rimborso spese da operare dietro presentazione di regolarefattura.b) - La qualità dei componenti dell'autogoverno non dovrebbe essere,mediamente, inferiore a quella assicurata dal sistema delle correnti. Comeho già detto altre volte, non è pensabile che chi esercita funzioni dimagistrato ed assume quotidianamente responsabilità pesantissime (richiesteo condanne per ergastoli o pene elevate, richieste e ordinanze di misuracautelare, sequestri o confische di beni di rilevante valore, decretiingiuntivi per somme rilevanti, decisioni provvisorie in materia societaria,fallimentare, di diritto di famiglia etc. con ricadute pesantissime sulleparti del processo) non sia in grado di assumersi le responsabilità inerentiai compiti previsti dall'art. 105 della Costituzione e a quelli, sia puredifficili ma pur sempre inerenti alla attività e alla carriera deimagistrati, propri dei CG. Per contro, chi ha scelto la carriera correntiziaprima e di componente dell'autogoverno poi in vista di interessi personali(non credo si possa negare che ve ne sono) non garantisce certamente le dotimorali necessarie per esercitare compiti di autogoverno.c) - In ogni modo il componente poco raccomandabile, non tanto intelligentesarà comunque messo in minoranza dai restanti componenti dell'autogoverno. Enon è ragionevolmente ipotizzabile che tutti i componenti scelti con ilsistema del sorteggio siano persone non valide.d) - Il sorteggio elimina in radice la possibilità di maggioranzeprecostituite, di accordi tra gruppi, di scambi di voti; naturalmente non sipuò escludere che, in qualche caso, un componente poco scrupoloso cercheràdi guadagnarsi l'appoggio di qualcun altro, poco scrupoloso come lui, alfine di favorire qualche suo amico o amico di amico; ma si tratterà difenomeno occasionale e, spero, raro; mentre nessuno può negare che,nell'attuale sistema, questa sia la norma.Per finire, non ho certamente la pretesa di aver disegnato compiutamente unintero sistema elettorale. Ho voluto solo indicare che, a mio parere, stradediverse sono utilmente percorribili.Alla fine lo scopo resta uno solo: fare dell'autogoverno una cosa cheappartiene tutti e non dividerlo in fazioni che lo strumentalizzano a favoredi chi loro appartiene.

Bruno Tinti

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