sabato 27 ottobre 2007

Tocqueville e gli "isolati" della democrazia


«Vedo chiaramente nell'eguaglianza due tendenze: una che porta la mente umana verso nuove conquiste e l'altra che la ridurrebbe volentieri a non pensare più.


Se in luogo di tutte le varie potenze che impedirono o ritardarono lo slancio della ragione umana, i popoli democratici sostituissero il potere assoluto della maggioranza, il male non avrebbe fatto che cambiare carattere».

«... la maggioranza traccia un cerchio formidabile intorno al pensiero. Nell'ambito di questi limiti, lo scrittore è libero, ma guai a lui se osa uscirne. Non ha da temere un autodafé, ma è esposto ad avversioni di ogni genere e a persecuzioni quotidiane. La carriera politica gli è chiusa: ha offeso la sola potenza che abbia la facoltà di aprirgliela. Gli si rifiuta tutto, perfino la gloria ... Egli allora cede, si piega sotto lo sforzo quotidiano e rientra nel silenzio, come se provasse rimorso di aver detto il vero».

«Se un tempo catene e carnefici erano gli strumenti brutali della tirannide, la moderna civiltà democratica ha perfezionato e raffinato perfino il dispotismo. I principi avevano materializzato la violenza; le repubbliche democratiche l'hanno resa del tutto spirituale, come la volontà umana che esse vogliono coartare».

«Sotto il governo assoluto di uno solo, il dispotismo, per arrivare all'anima colpiva grossolanamente il corpo; e l'anima, sfuggendo a quei colpi, s'elevava gloriosa al di sopra di esso; ma nelle repubbliche democratiche la tirannide non procede affatto in questo modo: essa trascura il corpo e va diritta all'anima».

«Il padrone non dice più tu penserai come me o morirai; dice: sei libero di non pensare come me; la tua vita, i tuoi beni, tutto ti resta; ma da questo giorno tu sei uno straniero tra noi. Conserverai i tuoi privilegi di cittadinanza, ma essi diverranno inutili, poiché se tu ambisci l'elezione da parte dei tuoi concittadini, essi non te l'accorderanno e se chiederai solo la loro stima, essi fingeranno anche di rifiutartela. Resterai tra gli uomini, ma perderai i tuoi diritti all'umanità. Quando ti avvicinerai ai tuoi simili essi ti sfuggiranno come un essere impuro e anche quelli che credono alla tua innocenza, ti abbandoneranno poiché li si sfuggirebbe a loro volta. Va in pace, io ti lascio la vita, ma ti lascio una vita che è peggiore della morte».

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