venerdì 18 gennaio 2008

Povero Pasquale..

In una celebre scenetta Totò raccontava ad un amico che gli era appena successa una cosa inspiegabile .
Aveva appena incontrato poco prima un tizio che prima lo chiamava “Pasquale!”, poi a poco a poco lo riempiva di improperi e infine -gradualmente- lo spingeva in un angolo e lo riempiva di schiaffi : “Prendi, Pasquale!”, “Infame d’un Pasquale!”, “Io t’ammazzo, Pasquale!”. Allora la spalla diceva a Totò: “E tu non hai reagito?”. E Totò: “No, a me che m’importa, mica mi chiamo Pasquale io!”.
Qualche volta ,di fronte ai serafici richiami al dialogo rivolti alla magistratura (usa a subir tacendo) in una condizione simile ci viene in mente proprio la scenetta di Totò ..
"Dialogo" sì ,ma fino a un certo punto citando Totò diremmo "ogni limite ha una pazienza" e la nostra di pazienza è proprio finita ,non si possono accettare accuse generiche e generalizzate e sopratutto offese alla dignità personale e professionale ,di tutti i magistrati ,da parte di chicchessia .
Di fronte alle offese gratuite ai singoli magistrati e alla magistratura nel suo insieme servirebbero azioni civili e richieste di devoluzione dei danni alle vittime della mafia e del terrorismo.

Nessun commento: