venerdì 11 gennaio 2008

Tempi moderni :questioni vere e risposte che bisognerebbe dare ..

Abbiamo posto per primi le questioni che oggi pone ,con forza -e come sempre con grande coraggio- la collega Ilda Boccassini .
Ed in un certo senso avevamo facilmente previsto che si sarebbe ripetuto lo scenario che già aveva avuto per protagonista Giovanni Falcone ,che se fosse sopravvissuto oggi sarebbe stato inevitabilmente sommerso anche lui dalla massa quotidiana dei "processetti" ,dall'ansia di evitare le prescrizioni nella quale sono immersi,come in uno tsunami che avanza inesorabile nel quale non ci sono più soccorsi o vie d'uscita ,la gran parte dei magistrati italiani,requirenti e giudicanti ,impegnati a scrivere , scrivere,scrivere anzi a "produrre" senza fine imputazioni ordinanze,decreti o sentenze ,ma anche lettere e note documentate per giustificarsi o per difendersi ,note per le valutazioni (le nuove "note di qualifica" per i magistrati in ricordo dell'ultimo convegno dell'ANM ,quello con le matite, nel quale si teorizzava "magistrati..non burocrati" ).
E ,attenzione , meglio ,molto meglio tacere ,obbedir tacendo e soprattutto evitare di esporsi ,sopportare .Nessuno può parlare ,perchè il magistrato quando parla parla solo "con sentenze" ..immagine straordinaria che semplifica e nel contempo riduce giudici e pubblici ministeri in valvole meccaniche o in operai chini anonimamente sulla catena di montaggio esattamente come nel film "Tempi moderni" di Chaplin ,unici responsabili dei tempi e dei ritmi di lavoro . Rassegnati e soli.
Non c'è più una vera e propria carriera per i giudici come per i pubblici ministeri ,prima forse tutti potevano diventare "caballeros" e oggi tutto si riduce a numeri ,coerentemente (1,2,3 4 valutazione e così via) e comunque non c'è rimasta ,purtroppo, alcuna seria e umana aspettativa di carriera (che non è un orpello burocratico ,non è un'ambizione ma è solo il modo di valorizzare in maniera logica le esperienze che esistono ,e che non dovrebbero mai essere sottovalutate o addirittura emarginate..esistono i "quadri" anche in magistratura e c'è tutta una generazione delusa che si sente messa da parte ) e ,se capita di essere attaccati ,ed è inevitabile magari se si fa sul serio e senza timori questo lavoro bisogna avere pur sempre un riferimento "associativo" nel quale confidare. Senza consensi interni o di immagine "esterna" si resta isolati ,si resta soli ci si sente sempre di più come oggetto di un "mobbing" silenzioso e impassibile ,e non c'è solo la collega Boccassini (che ha avuto peraltro la valutazione massima) ,ricordiamo molti altri casi .
Nessuno si chiede come colleghi straordinari che hanno svolto e vissuto esperienze straordinarie e hanno messo a rischio la propria vita in contesti delicatissimi fatichino non poco ogni giorno non solo a raggiungere posti direttivi o semidirettivi ,e fin qui si dirà è inevitabile, ma persino a essere inclusi nella DDA come nella DNA o in gruppi specializzati all'interno delle grandi Procure . Ovviamente si può fare ricorso al Tar ,e qualcuno lo fa ,ma il problema non è solamente e strettamente giuridico .
La loro esperienza ,semplicemente, si perde e si disperde e nessuno si rende conto che proprio la sensazione di isolamento che per primo aveva avuto Giovanni Falcone oggi si rinnova nella loro disillusione ,nel loro disagio ,nella consapevolezza che imporre o difendere la legalità sia ogni giorno più difficile ,perchè si è visti con sospetto e isolati ..e quindi occorre magari mediare ,mediare accettare ,rassegnarsi .
L'ANM è impegnata in un rinnovamento ,e qualche piccolo segno in verità sembra averlo dato ,e ci riferiamo alla iniziativa della mailing list unica, ma purtroppo esiste ancora un imbarazzo ,un silenzio glaciale quando si tratta di affrontare i temi ,quando si tratta di confrontarsi su problemi veri e concreti ,oggi più che mai ci sembra necessario non limitarsi ad esprimere "auspici" o "dispiaceri" ,ma avviare "insieme" e senza preconcetti un percorso di autocritica e di vera riforma.
l'ANM dovrebbe fare il sindacato ,e non è un'offesa e nessuno si senta offeso (come diceva De Gregori in "La Storia siamo noi" ) ,appunto nessuno si senta offeso perchè come abbiamo detto e ripetuto più volte quella del sindacato è una funzione essenziale ,per interloquire ,per difendere ,per evitare emarginazioni e penalizzazioni dei lavoratori ,sia di quelli più semplici che di quelli specializzati .
l'ANM dovrebbe e potrebbe sentire semplicemente meglio la sua "base" ,cioè la voce diretta dei magistrati semplici ,senza sempre passare dai notabili delle correnti ,dai titolari dei consensi organizzati in "pacchetti" di voti che propongono "modelli" di magistrato come di "magistratura" o di organizzazione ma sono distanti dalla esperienza viva della gestione degli uffici : manca loro il senso della realtà ,ma purtroppo anche l'umiltà di considerare e di ascoltare i colleghi "comuni" e di capire le molte cose che potrebbero essere migliorate nelle diverse realtà che compongono il sistema giudiziario.
A volte si tratta di piccole cose ,ma importanti ,si tratta di gestire i turni ,i ruoli di udienza ,le assegnazioni ,sono i magistrati di "prima linea" gli impiegati (anonimi e non ) allo sportello giustizia ,quelli cui tocca l'ingrato compito di incarnare per moltissimi cittadini il volto e la voce di un sistema giudiziario che sembra loro girare a vuoto ,penalizzare i più deboli e premiare i più forti o i più furbi .
Non si tratta solo di individuare "colpe" vere o presunte e di indicarne i responsabili all'interno o all'esterno della magistratura . Questo sarebbe da un lato relativo quanto forse troppo semplice sia nel settore civile che nel settore penale ,si tratta invece di avviare una ampia consultazione ,un referendum ,una assemblea ,una assemblea costituente per riscrivere delle regole che oggi sembrano tanto vuote quanto insignificanti e distanti dalla società civile. E siamo convinti che una chiara definizione delle incompatibilità "interne" potrebbe essere un grande passo avanti.
Ma a questo deve corrispondere anche il passo indietro degli apparati di corrente ,dell'idea che solo il consenso organizzato può aiutare i magistrati .
Almeno noi vorremmo che la ricerca del consenso (sia interno che qualche volta anche esterno) non pregiudichi mai indipendenza ed autonomia ,vorremmo vedere i nostri sindacalisti sinceramente impegnati nella difesa di questi valori ma anche della dignità dei magistrati italiani giovani e meno giovani ,in sedi importanti come periferiche ,essi non dovrebbero mai sentirsi isolati e soprattutto "ignorati" se non in occasione di scadenze elettorali.
Vorremmo vedere premiata l'indipendenza e la professionalità ,ma anche l'esperienza di molti che oggi rischia di perdersi ,con grave danno non solo per la magistratura ,ma anche per il Paese ..
Per questo ringraziamo Ilda ,che ci ha dato ancora una volta l'occasione per discutere e per metterci in discussione ,interrogandoci -sinceramente- sui problemi veri .

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