Intervento al XXIX Congresso della ANM
Giuseppe Corasaniti,
Sostituto Procuratore Procura della Repubblica di Roma
Giuseppe Corasaniti,
Sostituto Procuratore Procura della Repubblica di Roma
“Il mezzo è messaggio” ,la massima fondamentale di Mc Luhan è anche qualcosa che riguarda profondamente l’ANM , ed è qualcosa su cui dovremmo adeguatamente riflettere ogni qual volta parliamo di tecnologie informatiche. Impariamo ad usarle ,impariamo a farne un elemento essenziale della nostra professionalità e delle relazioni associative.
Bisogna certo dare atto alla nuova dirigenza dell’ANM di avere fatto passi avanti molto importanti in direzione dell’innovazione con il recepimento dell’istanza ,proveniente da molti colleghi sull’istituzione di una unica mailing list dell’ANM .
Ma c’è ancora molto da fare .
Persino nell’ANM c’è qualche piccola cosa ancora da fare ,ad esempio rendere pienamente valida a tutti gli effetti associativi quale manifestazione di consenso la sottoscrizione espressa in via informatica ,anche mediante per posta elettronica .
Perché informatica ,oggi, non è solo mailing list e non può risolversi solo nella nostra presenza vera o virtuale che sia,o che si creda che sia , informatica è il dibattito che al di là degli spazi contingentati o programmati avviene quotidianamente in rete.
Perché l’informatica non è solo una terra di dibattiti ,è il web 2.0 che ci tocca ,ci coinvolge ,in una rete innovativa aperta fatta di risorse che interagiscono e offrono applicazioni innovative ed a basso costo .
Il web 2.0 apre discussioni critiche e occasioni di proposte alternative offre e rende sempre più disponibili risorse informative condivise. Non ci si può assolutamente continuare a muoversi in una prospettiva “cartacea” .
Non si può continuare a lamentarsi ,come pure qualcuno continua a fare della sola “carenza di codici” ,sono almeno venti anni che lo facciamo ,mantenendo in ciò forse una visione anacronistica e cartacea della giustizia ,mentre intorno a noi il mondo è già cambiato e continua a cambiare.
L’informatica “ci “ riguarda e “ci” coinvolge ,ed oggi dobbiamo rendercene conto.
In una visione innovativa il problema è quello dell’accesso e della disponibilità di risorse alle basi di dati legislative ,dottrinali , giurisprudenziali in tempo reale ,perché in tempo reale ormai le stesse fonti normative cambiano e l’aggiornamento legislativo on line diventa fondamentale per l’esercizio stesso della giurisdizione .
Così la disponibilità di documenti condivisi in rete locale diventa una prospettiva reale di informazione per una giurisdizione più attenta e consapevole e quindi più efficace.
L’ideale è oggi rappresentato da una prospettiva di giustizia digitale ,semplice ,efficace ,partecipata: è l’unico strumento che abbiamo per chiedere e pretendere a gran voce una vera innovazione nelle strutture e nei metodi e nelle procedure e quindi garantire davvero più efficacia ed efficienza all’azione giurisdizionale ,perché nella innovazione complessiva del sistema pubblico la giustizia rappresenta il punto centrale .
E tutto questo vuol dire anche avviare davvero un percorso coinvolgente di innovazione negli uffici giudicanti e requirenti ,civili e penali.
Bisogna costruire ,giorno per giorno, una vera politica dell’innovazione tecnologica nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata,con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali ,e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati ,al contrario.
Ogni giorno di più l’arretratezza sul terreno dell’innovazione nella giustizia si traduce in un passo indietro sul terreno dell’innovazione pubblica complessiva ,e la schematicità di certe soluzioni sconta ,a volte , anche la mancanza di una progettualità “di sistema” nel settore dell’informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all’uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come “interfacce” condivise semplici e diffuse ,ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati ,ma anche per gli avvocati ) .
Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all’esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari ,o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica dell’ outsourcing.
L’innovazione implica un impegno all’interno dei nostri uffici ,un impegno locale e insieme globale ,ma un impegno diretto e non una delega costante agli “specialisti”.
E una politica dell’innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate : il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni ,risente di una articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti ,o meglio , non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti ,ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali .
Una politica per l’innovazione nella giustizia si traduce in autentico rinnovamento procedurale e strutturale e nella adozione di standards e strumenti applicativi informatici avanzati che possono coniugare flessibilmente la rapidità dei controlli ,specie in termini relazionali, con la disponibilità dei documenti in sede processuale ,visti ora come risorse ora come prodotto processuale. Al di fuori di questa prospettiva forse la progettazione di un “ufficio” del magistrato appare semplicemente illusoria ,e forse fuorviante. Immaginare una struttura organizzativa oggi, senza porsi il problema delle tecnologie disponibili ,anche in termini di formazione e di aggiornamento e dell’uso quotidiano è porsi di per sé su un terreno di retroguardia e non di avanguardia.
Anche per questo settore è necessario passare da astratte strategie di pianificazione ad una vera politica di partecipazione dei rappresentanti degli interessi in gioco basata su obiettivi di informatica giuridica e giudiziaria condivisi da tutti gli utenti e i protagonisti ,con la creazione di una vera e propria Agenzia - destinata ad operare in una duplice dimensione nazionale e locale -in grado di interloquire costantemente con gli uffici giudiziari e suggerire pratiche e soluzioni in tempi rapidi con il forte coinvolgimento dei magistrati, degli avvocati e del personale amministrativo.
E' sul terreno della giustizia, dove da più di venti anni si assiste a vane sperimentazioni, che si gioca buona parte della credibilità delle istituzioni, sia in termini di spesa pubblica che di efficacia delle soluzioni adottate, le quali per essere credibili devono essere semplici, condivise e in grado di interoperare agevolmente in tempi rapidi.
Nell’informatica contano solo i risultati ,essa serve ,ed è immediatamente percepibile quando è utilizzata bene ,ed i tempi dell’informatica ,così come della sua evoluzione sono molto ristretti,si parla ,e molto del processo telematico ,almeno nel civile quasi per nulla nel penale , ma se ne parla troppo e si sperimenta troppo poco ,e soprattutto ancora troppo poco spesso si avviano sperimentazioni riconoscibili e condivise per utenti ed avvocati.
E’ mancato finora un “progetto” giustizia per l’informatica e questa ,credo, è l’occasione per riflettere e per tentare di definirlo in futuro ,insieme .
Bisogna certo dare atto alla nuova dirigenza dell’ANM di avere fatto passi avanti molto importanti in direzione dell’innovazione con il recepimento dell’istanza ,proveniente da molti colleghi sull’istituzione di una unica mailing list dell’ANM .
Ma c’è ancora molto da fare .
Persino nell’ANM c’è qualche piccola cosa ancora da fare ,ad esempio rendere pienamente valida a tutti gli effetti associativi quale manifestazione di consenso la sottoscrizione espressa in via informatica ,anche mediante per posta elettronica .
Perché informatica ,oggi, non è solo mailing list e non può risolversi solo nella nostra presenza vera o virtuale che sia,o che si creda che sia , informatica è il dibattito che al di là degli spazi contingentati o programmati avviene quotidianamente in rete.
Perché l’informatica non è solo una terra di dibattiti ,è il web 2.0 che ci tocca ,ci coinvolge ,in una rete innovativa aperta fatta di risorse che interagiscono e offrono applicazioni innovative ed a basso costo .
Il web 2.0 apre discussioni critiche e occasioni di proposte alternative offre e rende sempre più disponibili risorse informative condivise. Non ci si può assolutamente continuare a muoversi in una prospettiva “cartacea” .
Non si può continuare a lamentarsi ,come pure qualcuno continua a fare della sola “carenza di codici” ,sono almeno venti anni che lo facciamo ,mantenendo in ciò forse una visione anacronistica e cartacea della giustizia ,mentre intorno a noi il mondo è già cambiato e continua a cambiare.
L’informatica “ci “ riguarda e “ci” coinvolge ,ed oggi dobbiamo rendercene conto.
In una visione innovativa il problema è quello dell’accesso e della disponibilità di risorse alle basi di dati legislative ,dottrinali , giurisprudenziali in tempo reale ,perché in tempo reale ormai le stesse fonti normative cambiano e l’aggiornamento legislativo on line diventa fondamentale per l’esercizio stesso della giurisdizione .
Così la disponibilità di documenti condivisi in rete locale diventa una prospettiva reale di informazione per una giurisdizione più attenta e consapevole e quindi più efficace.
L’ideale è oggi rappresentato da una prospettiva di giustizia digitale ,semplice ,efficace ,partecipata: è l’unico strumento che abbiamo per chiedere e pretendere a gran voce una vera innovazione nelle strutture e nei metodi e nelle procedure e quindi garantire davvero più efficacia ed efficienza all’azione giurisdizionale ,perché nella innovazione complessiva del sistema pubblico la giustizia rappresenta il punto centrale .
E tutto questo vuol dire anche avviare davvero un percorso coinvolgente di innovazione negli uffici giudicanti e requirenti ,civili e penali.
Bisogna costruire ,giorno per giorno, una vera politica dell’innovazione tecnologica nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata,con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali ,e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati ,al contrario.
Ogni giorno di più l’arretratezza sul terreno dell’innovazione nella giustizia si traduce in un passo indietro sul terreno dell’innovazione pubblica complessiva ,e la schematicità di certe soluzioni sconta ,a volte , anche la mancanza di una progettualità “di sistema” nel settore dell’informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all’uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come “interfacce” condivise semplici e diffuse ,ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati ,ma anche per gli avvocati ) .
Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all’esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari ,o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica dell’ outsourcing.
L’innovazione implica un impegno all’interno dei nostri uffici ,un impegno locale e insieme globale ,ma un impegno diretto e non una delega costante agli “specialisti”.
E una politica dell’innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate : il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni ,risente di una articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti ,o meglio , non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti ,ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali .
Una politica per l’innovazione nella giustizia si traduce in autentico rinnovamento procedurale e strutturale e nella adozione di standards e strumenti applicativi informatici avanzati che possono coniugare flessibilmente la rapidità dei controlli ,specie in termini relazionali, con la disponibilità dei documenti in sede processuale ,visti ora come risorse ora come prodotto processuale. Al di fuori di questa prospettiva forse la progettazione di un “ufficio” del magistrato appare semplicemente illusoria ,e forse fuorviante. Immaginare una struttura organizzativa oggi, senza porsi il problema delle tecnologie disponibili ,anche in termini di formazione e di aggiornamento e dell’uso quotidiano è porsi di per sé su un terreno di retroguardia e non di avanguardia.
Anche per questo settore è necessario passare da astratte strategie di pianificazione ad una vera politica di partecipazione dei rappresentanti degli interessi in gioco basata su obiettivi di informatica giuridica e giudiziaria condivisi da tutti gli utenti e i protagonisti ,con la creazione di una vera e propria Agenzia - destinata ad operare in una duplice dimensione nazionale e locale -in grado di interloquire costantemente con gli uffici giudiziari e suggerire pratiche e soluzioni in tempi rapidi con il forte coinvolgimento dei magistrati, degli avvocati e del personale amministrativo.
E' sul terreno della giustizia, dove da più di venti anni si assiste a vane sperimentazioni, che si gioca buona parte della credibilità delle istituzioni, sia in termini di spesa pubblica che di efficacia delle soluzioni adottate, le quali per essere credibili devono essere semplici, condivise e in grado di interoperare agevolmente in tempi rapidi.
Nell’informatica contano solo i risultati ,essa serve ,ed è immediatamente percepibile quando è utilizzata bene ,ed i tempi dell’informatica ,così come della sua evoluzione sono molto ristretti,si parla ,e molto del processo telematico ,almeno nel civile quasi per nulla nel penale , ma se ne parla troppo e si sperimenta troppo poco ,e soprattutto ancora troppo poco spesso si avviano sperimentazioni riconoscibili e condivise per utenti ed avvocati.
E’ mancato finora un “progetto” giustizia per l’informatica e questa ,credo, è l’occasione per riflettere e per tentare di definirlo in futuro ,insieme .
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