sabato 1 marzo 2008

Il programma sulla Giustizia della Destra

La sicurezza come pre-condizione di Libertà e Giustizia
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Storie di ordinaria in-Giustizia

La situazione della Giustizia in Italia è ormai prossima al collasso.
Nel settore civile ci sono circa quattro milioni di cause pendenti, oltre la metà da almeno tre anni, e le pendenze non accennano a diminuire. In media occorrono per la sentenza di primo grado almeno tre anni, ulteriori quattro anni per il giudizio di appello ed almeno tre anni per la Cassazione.
Nel penale le Procure della Repubblica sono intasate di fascicoli ed una buona parte di procedimenti si esaurisce con la prescrizione del reato.
Nessun effetto deflativo ha avuto l’indulto che naturalmente ha agito sulle pene derivate da procedimenti ormai esauriti e non sui procedimenti pendenti, aggravando invece la situazione per nuovi processi a carico di chi, avendo usufruito dell’indulto, ha violato regole comportamentali ed è tornato a delinquere.
In termini di Giustizia sostanziale è evidente che un processo civile lungo e defatigante ostacola chi ha ragione, mentre un processo penale che si esaurisca nella sostanziale impunità non serve certo allo scopo primario: quello di proteggere la collettività dal crimine reprimendo chi si pone al di fuori delle norme dell’ordinato vivere civile.
La Destra rivendica la puntuale attuazione dell’articolo 111 della Costituzione, con un processo giusto, vicino alle esigenze del singolo cittadino ma attento alla protezione della collettività.
In materia penale si deve dare piena attuazione alla separazione delle carriere dei Magistrati, tra giudicanti e requirenti, ipotizzando anche la possibilità di sottrarre l’ufficio del pubblico accusatore, almeno nella fase strettamente processuale, alla Magistratura togata per affidare la difesa dello Stato a dei difensori di professione, esaltando in tal modo la terzietà del Giudice.
Nel civile bisogna assolutamente riservare al rito ordinario solo le controversie di maggiore rilevanza mentre le controversie minori debbono essere affidate a strumenti alternativi di conciliazione ed ad organi giudicanti anche non togati.
Nel diritto sostanziale penale vi è necessità di una profonda revisione dei codici con l’eliminazione, nel penale, di tutta quella serie di reati di opinione, anacronistici quanto ingiustificati; evidenziando i reati di maggior allarme sociale, con pene adeguate e con strumenti di esecuzione pena che la rendano effettiva.
Nel civile è necessario uno snellimento delle norme con l’eliminazione della pletora di riti, oggi venticinque, che danneggiano la organizzazione degli uffici e rendono lungo e faticoso il processo.
Infine bisogna destinare a tutto il settore risorse adeguate sia in termini di personale che di organizzazione ed automazione degli uffici, consapevoli che ogni singolo euro ben investito nel settore giustizia rende - in termini di qualità del vivere civile - cento volte tanto.

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