ORGANIZZARE LA GIUSTIZIA.
L’innovazione della giustizia in Italia tra
diritti dell’individuo ed esigenze sociali
ROMA - 4 APRILE 2008
Residence Ripetta, Via di Ripetta 231
Ore 10.00 - Indirizzi di saluto
Maurizio d’Errico
Presidente del Consiglio notarile di Roma
Adolfo de Rienzi
Notaio, Presidente dell’Accademia del notariato
Massimo Pineschi
Consigliere della Regione Lazio
Mauro Vaglio
Consigliere dell’ordine degli avvocati di Roma
Stefano Schirò
Presidente di Magistratura Indipendente
Ore 11.00
L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
E LE RIFORME NORMATIVE.
Dibattito condotto da:
Stefano Amore
Vice Segretario generale di Magistratura Indipendente
Partecipano:
Carlo Coco
Segretario generale di Magistratura Indipendente
Giuseppe Corasaniti
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
Pasquale D’Innella Capano
Amministratore unico Telpress Italia Spa
Fulvio Filocamo
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale
per i minorenni di Roma
Sergio Gallo
Vice Capo Dipartimento organizzazione giudiziaria del Ministero
della Giustizia
Giulio Romano
Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
Vincenzo Turco
Giudice del Tribunale di Frosinone
Conclude:
Angelo Paletta
Segretario generale della Fondazione Cardinale Cusano
GIURISDIZIONE DI PROSSIMITÀ
E INNOVAZIONE TECNOLOGICA:
LE ESIGENZE DELLA COMUNITÀ.
Ore 11.00
L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
E LE RIFORME NORMATIVE.
Dibattito condotto da:
Stefano Amore
Vice Segretario generale di Magistratura Indipendente
Partecipano:
Carlo Coco
Segretario generale di Magistratura Indipendente
Giuseppe Corasaniti
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
Pasquale D’Innella Capano
Amministratore unico Telpress Italia Spa
Fulvio Filocamo
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale
per i minorenni di Roma
Sergio Gallo
Vice Capo Dipartimento organizzazione giudiziaria del Ministero
della Giustizia
Giulio Romano
Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
Vincenzo Turco
Giudice del Tribunale di Frosinone
Conclude:
Angelo Paletta
Segretario generale della Fondazione Cardinale Cusano
GIURISDIZIONE DI PROSSIMITÀ
E INNOVAZIONE TECNOLOGICA:
LE ESIGENZE DELLA COMUNITÀ.
Ore 13.00 - Colazione di lavoro
Ore 15.00
I MODELLI ORGANIZZATIVI
E LA PROFESSIONALITÀ.
Dibattito condotto da:
Fabio Massimo Gallo
Presidente della 1ª sezione Lavoro
del Tribunale di Roma
Partecipano:
Giovanni Barone
Avvocato del foro di Roma
Paolo Landi
Segretario Generale Adiconsum
Gianni Mammone
Consigliere della Corte di Cassazione
Aldo Morgigni
Giudice distrettuale presso la Corte di Appello di Roma
Antonio Patrono
Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
Giuseppe Saieva
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
Paolo Valerio
Presidente di Federmot
giovedì 27 marzo 2008
mercoledì 19 marzo 2008
Elezioni dei Consigli giudiziari 2008 : le proposte di Magistratura Indipendente
ELEZIONI 2008 DEL CONSIGLIO DIRETTIVO E DEI CONSIGLI GIUDIZIARI LE PROPOSTE DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE
La riforma dell’ordinamento giudiziario attribuisce ai nuovi Consigli giudiziari un ruolo assai più rilevante ed autorevole rispetto a quello, rivestito in precedenza, di struttura servente del C.S.M..La partecipazione delle rappresentanze dell’avvocatura e dell’università e i poteri di valutazione, proposta e controllo conferiti in materia di organizzazione e funzionamento degli uffici del distretto rendono, infatti, i Consigli giudiziari un organo strategico nell’ambito del sistema di autogoverno della magistratura, esponenziale dei problemi dell’amministrazione della giustizia in sede locale. Il recupero di funzionalità e di conseguente legittimazione della giurisdizione può appunto cominciare dai Consigli giudiziari, dalla capacità di analisi e di elaborazione di modelli di più efficiente amministrazione della giustizia, dall’autorevolezza ed insieme concretezza delle iniziative che saranno in grado in tal senso di sviluppare, dalla puntualità delle valutazioni degli indici di professionalità che sapranno effettuare.Magistratura Indipendente nell’indicazione dei propri candidati si è attenuta al principio guida secondo cui ogni magistrato, professionalmente capace e preparato e come tale stimato nell’ambiente, è idoneo ad assumere i compiti di autogoverno, a prescindere dall’appartenenza correntizia. Proprio a partire dai Consigli giudiziari e nel fecondo rapporto da instaurarsi con le altre loro componenti deve crescere quel moto di riforma e di superamento del correntismo a gran voce richiesto dai colleghi. A questi fini Magistratura Indipendente ribadisce, innanzitutto, alcuni dei punti qualificanti del programma proposto in occasione delle elezioni per il C.S.M., stante il raccordo esistente fra i diversi livelli dell’autogoverno:1. la riaffermazione dei principi deontologici contenuti nel nostro Codice etico e dell’attenzione all’immagine d’indipendenza ed imparzialità della magistratura;2. l’improcrastinabile necessità di disporre di parametri uniformi ed attendibili di valutazione della laboriosità e della produttività del lavoro giudiziario, sia in quanto riferiti al magistrato che in quanto riferiti alla sezione e all’ufficio, al fine di superare la permanente incertezza ed una certa aleatorietà dei giudizi in materia e di coniugare razionalmente gli indici della quantità e della qualità nella multifattorialità connaturata all’apprezzamento del lavoro intellettuale in genere e giurisdizionale in specie. In questo senso, in attesa di un organico intervento del C.S.M., e riprendendo le iniziative già attuate sul versante della raccolta statistica dal Ministero e dal C.S.M. (con la Commissione mista e con le Commissioni “flussi” in particolare) sia il Consiglio direttivo della Corte di cassazione sia i Consigli giudiziari possono svolgere un ruolo di stimolo ai fini dell’elaborazione e dell’inserimento nelle tabelle e nei piani organizzativi degli uffici giudiziari di parametri utili all’individuazione di “standards” quantitativi che garantiscano elevati livelli di resa anche in termini di qualità della decisione, con riferimento alla pluralità delle specifiche funzioni svolte dai magistrati nei diversi settori;3. la semplificazione e maggiore trasparenza nell’elaborazione delle circolari e nella conseguente adozione di proposte, pareri e delibere in particolare proprio nei settori di competenza dei Consigli giudiziari delle valutazioni di professionalità e delle tabelle di organizzazione degli uffici, superando l’attuale formulazione di importanti circolari del CSM nelle quali la molteplicità, ampiezza, non graduazione e anche contraddittorietà dei criteri di valutazione previsti consente soluzioni non univoche dei casi concreti, semplicemente privilegiando di volta in volta l’uno o l’altro parametro: la maggiore discrezionalità conseguente, per es., ai nuovi criteri di selezione per gli incarichi direttivi e semidirettivi deve essere controbilanciata dall’uniformità e coerenza applicativa, in termini, in definitiva, di chiara intelligibilità e verificabilità esterna, pena il discredito del sistema complessivo e la conseguente irrefrenabilità di ulteriori interventi legislativi dall’esterno;4. la rivendicazione di condizioni di lavoro dignitose, di dotazione e riorganizzazione degli uffici, di introduzione effettiva delle nuove tecnologie, di razionalizzazione ed incremento delle risorse, umane e strumentali, da destinare al servizio della giustizia, quali fortemente sentite in ambito locale a seguito, ad es., di prassi e provvedimenti dirigenziali che, a macchia di leopardo, “esternalizzano” attività, restringono l’accesso ai servizi, limitano gli orari di udienza, in danno di magistrati, avvocati, personale e cittadini;5. la ricerca di ogni opportuno momento di confronto, elaborazione e collaborazione fra gli operatori del settore e nei confronti delle regioni e degli enti locali in vista dell’attuazione delle possibili sinergie, già in alcune realtà sperimentate, volte al miglioramento della funzionalità dei servizi.Magistratura Indipendente propone, inoltre, l’affermazione nell’attività dei nuovi Consigli giudiziari dei seguenti principi:1. partecipazione dei magistrati ai procedimenti. Il Consiglio direttivo e i Consigli giudiziari emettono innumerevoli pareri che sono dei veri e propri “giudizi” sull’operato professionale di ciascun magistrato destinati ad avere un peso rilevante nelle successive valutazioni del C.S.M. Proprio per la delicatezza delle materie trattate e per il previsto ampliamento delle informazioni utilizzabili (v. artt. 11 e 13 D.lgs. n. 160 / 2006) occorre richiamare l’attenzione sulle garanzie già raccomandate dal C.S.M. di preventiva conoscibilità per il magistrato degli atti e di possibilità di interlocuzione sulle fonti anche mediante audizione. 2. conoscibilità dell’attività dei Consigli giudiziari. Attualmente sono già disponibili presso il sito internet di alcuni Consigli giudiziari o altrimenti comunicati gli ordini del giorno delle sedute consiliari. La pubblicazione degli ordini del giorno deve essere generalizzata ed estesa, in un’apposita sezione del sito riservata ai magistrati, anche ai verbali delle sedute, sul modello di quanto già previsto per il C.S.M., quanto meno per i provvedimenti e le delibere di interesse generale. L’uso della posta elettronica dovrebbe rendere anche particolarmente semplice e tempestiva la comunicazione dei pareri agli interessati. Per consentire un raffronto tra le varie prassi, inoltre, va promossa la realizzazione di un portale di accesso unico ai vari siti del Consiglio direttivo e dei Consigli giudiziari. 3. semplificazione ed accelerazione dei procedimenti. Le prassi dei Consigli giudiziari tendono non di rado ad aggravare i già non indifferenti oneri di produzione di documenti imposti ai magistrati da regole generali. Di norma, peraltro, gli atti necessari per le valutazioni di professionalità e per le altre procedure di competenza sono prodotti dagli interessati, anche se si tratta di documenti nella disponibilità dell’amministrazione che dovrebbe autonomamente curarne l’acquisizione. Salvo casi particolari, va quindi prevista la raccolta di ufficio e in tempi ristretti degli elementi utili allo svolgimento dell’istruttoria. Il persistente riparto di competenze fra C.S.M. e Consigli giudiziari andrebbe poi risolto, in linea con le direttive di decentramento già da tempo indicate dal C.S.M. e rimaste lettera morta, mediante un’articolazione dei procedimenti che, a fini acceleratori e di certezza, valorizzi interinalmente le delibere assunte dai secondi, per es. in materia di autorizzazione degli incarichi extragiudiziari e a risiedere fuori dalla sede di servizio, ecc., di contro alle soluzioni in atto adottate che spesso non garantiscono il rispetto dei pur dichiarati termini di svolgimento e conclusione delle stesse procedure.4. formazione decentrata, tirocinio dei magistrati ed incarichi. Per garantire un effettivo pluralismo culturale nella designazione dei relatori ai corsi di formazione decentrata ogni Consiglio giudiziario dovrebbe formare e pubblicare appositi albi dei magistrati disponibili a svolgere le relazioni e a ricoprire il ruolo di magistrato collaboratore o affidatario, procedendo alle designazioni anche mediante sorteggio tra rose di nominativi di magistrati idonei. La stessa prassi potrebbe essere seguita per gli incarichi che la legge affida ai magistrati, come la partecipazione alle commissioni di esame o ad altre commissioni e collegi, eliminando i casi non infrequenti di inopportune ripetute precettazioni per i soli incarichi onerosi e gratuiti.5. diffusione delle buone prassi organizzative e giudiziarie. Si tratta di obiettivo implicito nella definizione della struttura e delle competenze dei nuovi Consigli giudiziari e tuttavia pare opportuno sottolineare il rilievo e la corretta impostazione da attribuirgli in chiave non burocratica né coercitiva ma ragionata e condivisa nel rapporto fra magistrati, avvocati e dirigenza amministrativa.6. conoscibilità dell’esito dei procedimenti trattati nei successivi gradi di giudizio. E’ uno degli elementi che concorrono alla formazione dei pareri in materia di professionalità. Sebbene a tal fine il parametro si riferisca agli esiti statistici e di riforma delle decisioni adottate, per ogni magistrato è indubbiamente utile e formativo conoscere le pronunce nelle successe fasi di giudizio a prescindere dal loro esito. Tale obiettivo può essere propiziato e realizzato, riprendendo esperienze già localmente avviate o attuate, sia attraverso la creazione di archivi di giurisprudenza di merito che mediante la previsione di generalizzate forme di comunicazione delle decisioni al magistrato interessato.Queste sono le linee programmatiche proposte all’attenzione e al consenso dei colleghi dai candidati espressi da Magistratura Indipendente per l’elezione dei nuovi Consigli giudiziari, nella convinzione che un’attenta e capace amministrazione sia in grado di garantire, meglio di ulteriori riforme dell’ordinamento giudiziario, il raggiungimento di maggiori livelli di efficienza nell’esercizio della giurisdizione e di ripristinare in tal modo nel paese un clima di serenità e di fiducia nei confronti della giustizia.
mercoledì 12 marzo 2008
REFERENDUM !
Controcorrente sostiene l'iniziativa dei colleghi di Napoli e invita tutti i suoi simpatizzanti ad aderire all'iniziativa per raccogliere il maggior numero di consensi.
Abbiamo proposto una consultazione ampia e democratica su questi temi già da tempo e pertanto condividiamo totalmente l'impostazione dei colleghi .
Abbiamo proposto una consultazione ampia e democratica su questi temi già da tempo e pertanto condividiamo totalmente l'impostazione dei colleghi .
La democrazia si vede NEI FATTI E NEI METODI .
----------------------------
Appare, ci sembra, sempre più avvertito tra i colleghi un senso di disagio
per il collegamento tra le componenti culturali, le cd correnti, dell'
associazionismo e le istituzioni di autogoverno.
Un'eco è stata avvertita anche nelle recenti polemiche sui criteri di scelta
dei candidati al Consiglio Giudiziario
Per questo motivo Tertium datur si è costituito quale comitato promotore di
un quesito referendario volto a richiedere all'ANM di porre in discussione
il sistema elettorale per la elezione dei componenti togati del Consiglio
Superiore della Magistratura.
Si tratta, per la precisione di una PROPOSTA di REFERENDUM CONSULTIVO tra
tutti i magistrati
(art. 55, comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹A.N.M.)
Allego in calce la nota illustrativa del referendum che proponiamo.
Il Referendum vuole porre al centro della attenzione questo tema,
soprattutto in un momento in cui il nuovo Ordinamento Giudiziario aumenta la
libertà del Consiglio Superiore della Magistratura soprattutto in tema di
nomine dei semidirettivi e dei direttivi.
Occorre che questa aumentata discrezionalità sia esercitata in piena libertà
da condizionamenti interni da parte dei nostri rappresentanti.
Probabilmente una modifica del meccanismo elettorale con cui gli stessi
vengono candidati può costituire un passo avanti in questa direzione.
MODALITA' OPERATIVE
Posto che sulla lista non passano gli allegati, chiunque fosse interessato
a collaborare a raccogliere le firme (ne bastano 250, ma, ovviamente, più se
ne raccolgono, meglio è) può inviarci una mail all'indirizzo
morena@tin.it
per ottenere gli stampati predisposti per la raccolta delle firme.
Questi, poi, dovranno essere riconsegnati ad uno dei seguenti colleghi:
DARIO RAFFONE - civile tribunale Napoli
GABRIELE DI MAIO - appello lavoro Napoli magsal2003
GIUSEPPE SASSONE - dibattimento penale Tribunale Napoli
LUIGI GIORDANO - GIP Tribunale Napoli
NICOLA RUSSO - Tribunale di Torre Annunziata
CIRO CACCAVIELLO - Tribunale di Nola
MILLY PEZZULLO - Tribunale di S. Maria C.V.
Oppure spediti all'Associazione Tertium datur c/o Giuseppe Sassone
Viale Colli Aminei, 36 isolato C
80131 Napoli
Ringrazio fin d'ora quanti parteciperanno all'iniziativa ed allego la nota
illustrativa
E' OVVIAMENTE GRADITA OGNI DIFFUSIONE DI QUESTO MESSAGGIO SU ALTRE LISTE DI
DISCUSSIONE TRA MAGISTRATI
Giuseppe Sassone
§§§§§§§§§§§
Tertium datur - dalla parte della Costituzione
Proposta di referendum consultivo tra tutti i magistrati
(art. 55, comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹A.N.M.)
La conclusione della vicenda legislativa in tema di riforma dell¹ordinamento
giudiziario consente l¹avvio di una riflessione che si auspica quanto più
partecipata possibile.
Questa partecipazione, allo stato, e sia pur con qualche recente segnale
diverso, sembra esistere solo in occasione delle varie scadenze elettorali,
associative o istituzionali.
In realtà, anche l¹ANM e la varie correnti che ad essa si rifanno,
partecipano delle stesse difficoltà che si evidenziano, a livello generale
nel rapporto tra partiti politici e singoli cittadini: l¹autoreferenzialità.
Parimenti, anche al nostro interno, l¹ormai evidente compressione e
subordinazione dell¹autonomia del C.S.M. e dei vari momenti istituzionali a
vantaggio delle istanze associative (che saranno ancor più esaltate dalla
riforma recente dell¹ordinamento giudiziario) impongono a tutti i giudici
che hanno a cuore l¹autonomia interna ed esterna della magistratura di
iniziare a compiere, senza nessuna necessità di scelte clamorose od
eclatanti abbandoni, alcuni passi nella direzione opposta a quella sopra
ricordata.
Si avverte sempre più l¹esigenza di consentire ai magistrati italiani di
individuare ed eleggere per conoscenza diretta della loro storia
professionale le personalità umanamente e professionalmente più
rappresentative del ruolo della Magistratura nella società e, quindi, più
capaci anche di affrontare nel C.S.M. le responsabilità di politica
giudiziaria che a tale organismo competono.
Ciò non attenuerà il valore dei diversi orientamenti ideali, ma combatterà
la tentazione di chi volesse far eleggere alcuni candidati solo per la loro
posizione nelle correnti e favorirà l¹emergere di magistrati non schierati
secondo ³logiche di steccato² e di stretta appartenenza, capaci di superare
anche possibili pressioni localistiche e clientelari, perché individuati dai
magistrati per la loro ispirazione ideale e la loro professionalità.
Sotto altro profilo l¹attenuarsi del ruolo di ³cinghia di trasmissione²
delle correnti rispetto alla istituzione consiliare contribuirà a recuperare
all¹associazionismo giudiziario il senso autentico del suo pluralismo ideale
e del suo ruolo di ³luogo² di confronto sui valori dell¹autonomia ed
indipendenza della Magistratura e di ³laboratorio² di proposte sulle
problematiche inerenti l¹amministrazione della giustizia.
Non si può pensare che i sistemi elettorali siano ininfluenti e neutri
rispetto a questi problemi e, pur non immaginando che il solo metodo
elettorale possa risolverli, è evidente che esso può fortemente influenzare,
in un modo o nell¹altro, la selezione dei rappresentanti e l¹atmosfera
culturale in cui questi si trovano a vivere le loro responsabilità.
Uno di tali passi può essere il quesito referendario, a norma dell¹art. 55,
comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹ANM, sotto riportato. Una
iniziativa che vuole essere soltanto un piccolo segnale di quanto sia
sentito il tema di un cambiamento di rotta delle pratiche associative, anche
al fine di aiutare l¹A.N.M. a recuperare un rapporto più libero con i suoi
associati, più funzionale al superamento dei problemi sopra evidenziati ed,
in definitiva, a riscoprire la sua stessa ragion d¹essere.
Pur nella consapevolezza che una mera riforma tecnico-giuridica non possa
supplire a guasti di natura politica, che celano disagi e difficoltà ormai
annosi, iniziative di tal natura devono essere incoraggiate a meno di non
voler contribuire a sospingere l¹intera magistratura italiana
nell¹indifferenza e nell¹anomia, aprendo la strada a preoccupanti
involuzioni autoritarie ovvero a soluzioni elitarie eteroimposte.
Chi ritiene di sottoscrivere la richiesta di referendum consultivo sul
metodo elettorale del C.S.M. non fa una scelta di appartenenza ad una o ad
altra corrente dell¹A.N.M., né manifesta aprioristicamente la sua opinione
in merito all¹oggetto del referendum.
Manifesta solamente l¹idea che di queste problematiche sia bene discutere e
che lo si debba fare partendo dalla consultazione di tutti i magistrati
italiani e tenendo conto dei loro orientamenti e non solo delle opinioni
maturate all¹interno delle organizzazioni di corrente dell¹Associazione.
Quesito referendario
Ritieni che un sistema elettorale uninominale su base distrettuale degli organi di autogoverno della Magistratura possa assicurare una selezione degli eletti svincolata dai condizionamenti degli apparati di corrente?
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Appare, ci sembra, sempre più avvertito tra i colleghi un senso di disagio
per il collegamento tra le componenti culturali, le cd correnti, dell'
associazionismo e le istituzioni di autogoverno.
Un'eco è stata avvertita anche nelle recenti polemiche sui criteri di scelta
dei candidati al Consiglio Giudiziario
Per questo motivo Tertium datur si è costituito quale comitato promotore di
un quesito referendario volto a richiedere all'ANM di porre in discussione
il sistema elettorale per la elezione dei componenti togati del Consiglio
Superiore della Magistratura.
Si tratta, per la precisione di una PROPOSTA di REFERENDUM CONSULTIVO tra
tutti i magistrati
(art. 55, comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹A.N.M.)
Allego in calce la nota illustrativa del referendum che proponiamo.
Il Referendum vuole porre al centro della attenzione questo tema,
soprattutto in un momento in cui il nuovo Ordinamento Giudiziario aumenta la
libertà del Consiglio Superiore della Magistratura soprattutto in tema di
nomine dei semidirettivi e dei direttivi.
Occorre che questa aumentata discrezionalità sia esercitata in piena libertà
da condizionamenti interni da parte dei nostri rappresentanti.
Probabilmente una modifica del meccanismo elettorale con cui gli stessi
vengono candidati può costituire un passo avanti in questa direzione.
MODALITA' OPERATIVE
Posto che sulla lista non passano gli allegati, chiunque fosse interessato
a collaborare a raccogliere le firme (ne bastano 250, ma, ovviamente, più se
ne raccolgono, meglio è) può inviarci una mail all'indirizzo
morena@tin.it
per ottenere gli stampati predisposti per la raccolta delle firme.
Questi, poi, dovranno essere riconsegnati ad uno dei seguenti colleghi:
DARIO RAFFONE - civile tribunale Napoli
GABRIELE DI MAIO - appello lavoro Napoli magsal2003
GIUSEPPE SASSONE - dibattimento penale Tribunale Napoli
LUIGI GIORDANO - GIP Tribunale Napoli
NICOLA RUSSO - Tribunale di Torre Annunziata
CIRO CACCAVIELLO - Tribunale di Nola
MILLY PEZZULLO - Tribunale di S. Maria C.V.
Oppure spediti all'Associazione Tertium datur c/o Giuseppe Sassone
Viale Colli Aminei, 36 isolato C
80131 Napoli
Ringrazio fin d'ora quanti parteciperanno all'iniziativa ed allego la nota
illustrativa
E' OVVIAMENTE GRADITA OGNI DIFFUSIONE DI QUESTO MESSAGGIO SU ALTRE LISTE DI
DISCUSSIONE TRA MAGISTRATI
Giuseppe Sassone
§§§§§§§§§§§
Tertium datur - dalla parte della Costituzione
Proposta di referendum consultivo tra tutti i magistrati
(art. 55, comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹A.N.M.)
La conclusione della vicenda legislativa in tema di riforma dell¹ordinamento
giudiziario consente l¹avvio di una riflessione che si auspica quanto più
partecipata possibile.
Questa partecipazione, allo stato, e sia pur con qualche recente segnale
diverso, sembra esistere solo in occasione delle varie scadenze elettorali,
associative o istituzionali.
In realtà, anche l¹ANM e la varie correnti che ad essa si rifanno,
partecipano delle stesse difficoltà che si evidenziano, a livello generale
nel rapporto tra partiti politici e singoli cittadini: l¹autoreferenzialità.
Parimenti, anche al nostro interno, l¹ormai evidente compressione e
subordinazione dell¹autonomia del C.S.M. e dei vari momenti istituzionali a
vantaggio delle istanze associative (che saranno ancor più esaltate dalla
riforma recente dell¹ordinamento giudiziario) impongono a tutti i giudici
che hanno a cuore l¹autonomia interna ed esterna della magistratura di
iniziare a compiere, senza nessuna necessità di scelte clamorose od
eclatanti abbandoni, alcuni passi nella direzione opposta a quella sopra
ricordata.
Si avverte sempre più l¹esigenza di consentire ai magistrati italiani di
individuare ed eleggere per conoscenza diretta della loro storia
professionale le personalità umanamente e professionalmente più
rappresentative del ruolo della Magistratura nella società e, quindi, più
capaci anche di affrontare nel C.S.M. le responsabilità di politica
giudiziaria che a tale organismo competono.
Ciò non attenuerà il valore dei diversi orientamenti ideali, ma combatterà
la tentazione di chi volesse far eleggere alcuni candidati solo per la loro
posizione nelle correnti e favorirà l¹emergere di magistrati non schierati
secondo ³logiche di steccato² e di stretta appartenenza, capaci di superare
anche possibili pressioni localistiche e clientelari, perché individuati dai
magistrati per la loro ispirazione ideale e la loro professionalità.
Sotto altro profilo l¹attenuarsi del ruolo di ³cinghia di trasmissione²
delle correnti rispetto alla istituzione consiliare contribuirà a recuperare
all¹associazionismo giudiziario il senso autentico del suo pluralismo ideale
e del suo ruolo di ³luogo² di confronto sui valori dell¹autonomia ed
indipendenza della Magistratura e di ³laboratorio² di proposte sulle
problematiche inerenti l¹amministrazione della giustizia.
Non si può pensare che i sistemi elettorali siano ininfluenti e neutri
rispetto a questi problemi e, pur non immaginando che il solo metodo
elettorale possa risolverli, è evidente che esso può fortemente influenzare,
in un modo o nell¹altro, la selezione dei rappresentanti e l¹atmosfera
culturale in cui questi si trovano a vivere le loro responsabilità.
Uno di tali passi può essere il quesito referendario, a norma dell¹art. 55,
comma 2, e 30, lett. O), dello Statuto dell¹ANM, sotto riportato. Una
iniziativa che vuole essere soltanto un piccolo segnale di quanto sia
sentito il tema di un cambiamento di rotta delle pratiche associative, anche
al fine di aiutare l¹A.N.M. a recuperare un rapporto più libero con i suoi
associati, più funzionale al superamento dei problemi sopra evidenziati ed,
in definitiva, a riscoprire la sua stessa ragion d¹essere.
Pur nella consapevolezza che una mera riforma tecnico-giuridica non possa
supplire a guasti di natura politica, che celano disagi e difficoltà ormai
annosi, iniziative di tal natura devono essere incoraggiate a meno di non
voler contribuire a sospingere l¹intera magistratura italiana
nell¹indifferenza e nell¹anomia, aprendo la strada a preoccupanti
involuzioni autoritarie ovvero a soluzioni elitarie eteroimposte.
Chi ritiene di sottoscrivere la richiesta di referendum consultivo sul
metodo elettorale del C.S.M. non fa una scelta di appartenenza ad una o ad
altra corrente dell¹A.N.M., né manifesta aprioristicamente la sua opinione
in merito all¹oggetto del referendum.
Manifesta solamente l¹idea che di queste problematiche sia bene discutere e
che lo si debba fare partendo dalla consultazione di tutti i magistrati
italiani e tenendo conto dei loro orientamenti e non solo delle opinioni
maturate all¹interno delle organizzazioni di corrente dell¹Associazione.
Quesito referendario
Ritieni che un sistema elettorale uninominale su base distrettuale degli organi di autogoverno della Magistratura possa assicurare una selezione degli eletti svincolata dai condizionamenti degli apparati di corrente?
sabato 8 marzo 2008
La giustizia nel programma dell'Unione democratica dei consumatori
http://unionedemocratica.italiavota.it/index.php?option=com_content&task=view&id=84&Itemid=42
•Rendere effettiva la tutela dei cittadini contro i potentati economici, pubblici e privati. Con una attenzione di monitoraggio e controllo occorre prevenire ed evitare abusi e prevaricazioni. Occorre migliorare e rendere effettiva la tutela degli interessi collettivi, seguendo con grande attenzione l’utilizzazione effettiva di quel nuovo strumento ( la class action) che entrerà in vigore il 1° luglio 2008
•Responsabilizzazione della politica con sanzioni gravissime ad ogni abuso. Occore prevedere sanzioni specifiche ed aggravanti di pena per ogni abuso o reato commesso approfittando della funzione politica svolta. Interdizione assoluta a ricoprire cariche elettive o di rappresentanza per i condannati per gravi reati.
•Sicurezza e giustizia: prevedere organici interventi per aumentare la sicurezza attraverso un più corretto utilizzo sul territorio delle forze dell’ordine.
Garantire la tempestività delle risposte.
Garantire la certezza della pena.
Mettere in campo un intervento definitivo contro la “criminalità organizzata” per liberare definitivamente il Mezzogiorno da un fattore negativo per lo sviluppo. Prevedere in materia civile la possibilità di sentenze brevi che affrontino immediatamente il nodo cruciale, indicando soluzioni esecutive immediate.
Evitare i processi mediatici e garantire la riservatezza delle indagini.
•Rendere effettiva la tutela dei cittadini contro i potentati economici, pubblici e privati. Con una attenzione di monitoraggio e controllo occorre prevenire ed evitare abusi e prevaricazioni. Occorre migliorare e rendere effettiva la tutela degli interessi collettivi, seguendo con grande attenzione l’utilizzazione effettiva di quel nuovo strumento ( la class action) che entrerà in vigore il 1° luglio 2008
•Responsabilizzazione della politica con sanzioni gravissime ad ogni abuso. Occore prevedere sanzioni specifiche ed aggravanti di pena per ogni abuso o reato commesso approfittando della funzione politica svolta. Interdizione assoluta a ricoprire cariche elettive o di rappresentanza per i condannati per gravi reati.
•Sicurezza e giustizia: prevedere organici interventi per aumentare la sicurezza attraverso un più corretto utilizzo sul territorio delle forze dell’ordine.
Garantire la tempestività delle risposte.
Garantire la certezza della pena.
Mettere in campo un intervento definitivo contro la “criminalità organizzata” per liberare definitivamente il Mezzogiorno da un fattore negativo per lo sviluppo. Prevedere in materia civile la possibilità di sentenze brevi che affrontino immediatamente il nodo cruciale, indicando soluzioni esecutive immediate.
Evitare i processi mediatici e garantire la riservatezza delle indagini.
La giustizia nel programma dell'Italia dei valori
http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/elezioni/2008/02/3_legalita.php
2.Sicurezza
Rimpatrio immediato ed effettivo degli immigrati clandestini e obbligo, per quelli condannati, di scontare le pene nei Paesi di origine.
Più Polizia nelle strade e più video sorveglianza nel territorio.
Inasprimento delle pene per i reati contro i minori e contro le donne
3.Legalità .
Reintroduzione del reato di falso in bilancio
Eliminazione del conflitto di interessi di ogni tipo e ad ogni livello.
Pene certe e processi penali e civili più rapidi (possibilità di applicazione della pena dopo il secondo grado di giudizio e sospensione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio).
2.Sicurezza
Rimpatrio immediato ed effettivo degli immigrati clandestini e obbligo, per quelli condannati, di scontare le pene nei Paesi di origine.
Più Polizia nelle strade e più video sorveglianza nel territorio.
Inasprimento delle pene per i reati contro i minori e contro le donne
3.Legalità .
Reintroduzione del reato di falso in bilancio
Eliminazione del conflitto di interessi di ogni tipo e ad ogni livello.
Pene certe e processi penali e civili più rapidi (possibilità di applicazione della pena dopo il secondo grado di giudizio e sospensione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio).
La giustizia nel programma dei socialisti
http://www.partitosocialista.it/site/artId__309/306/DesktopDefault.aspx
La sicurezza alla base della convivenza civile
La sicurezza è un diritto alla base della convivenza civile. Sono le persone più deboli ad essere vittime della microcriminalità che va quindi contrastata senza indulgenza e disattenzione.
A tale scopo, bisognerà assicurare una più razionale ed efficiente presenza delle forze dell’ordine sul territorio, investendo in nuove tecnologie, concentrando la vigilanza nelle aree di maggior rischio, ed evitando la duplicazione dei compiti.
La grande criminalità organizzata, che esercita soprattutto il commercio della droga e il traffico di esseri umani, è un pericolo per l’ordine pubblico e un fattore di inquinamento della società e delle istituzioni.
http://www.partitosocialista.it/site/artId__136/307/DesktopDefault.aspx
In un paese civile una giustizia realmente giusta si regge su tre cardini fondamentali e inscindibili: un giudizio rapido, un giudice autonomo e imparziale, l’accusa e la difesa sullo stesso piano. Delle conseguenze derivanti dall’assunzione di questi obiettivi, purtroppo ancora lontani, nel programma di Veltroni non vi è traccia". Questo il giudizio di Enrico Buemi, del Partito socialista. "E'evidente questa assenza -prosegue Buemi-, perché diventerebbe necessario affrontare il nodo della separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, della responsabilità civile dei magistrati, della diversa regolamentazione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Come è ovvio, su tutto questo c’è il veto di Di Pietro e Veltroni non si può spingere oltre". Prosegue l'on.Buemi: "Ma se la giustizia in questi anni è peggiorata anziché migliorare, la colpa di chi è? Oggi chi ha dettato la linea al ministero, al Csm, nell’associazione nazionale magistrati, al governo, sono coloro che esercitano la maggiore critica e sono i censori di ciò che non va, come se fossero appunto dei marziani arrivati oggi sulla Terra". Il parlamentare socialista conclude: "Ai cittadini che aspettano da otto o dieci anni la conclusione di una causa, i quali devono sperare di avere un buon conto in banca per garantirsi una difesa efficace, possono sperare in un futuro migliore se il nuovo che si presenta oggi è una diversa rappresentazione del vecchio, responsabile di questa situazione insostenibile?"
La sicurezza alla base della convivenza civile
La sicurezza è un diritto alla base della convivenza civile. Sono le persone più deboli ad essere vittime della microcriminalità che va quindi contrastata senza indulgenza e disattenzione.
A tale scopo, bisognerà assicurare una più razionale ed efficiente presenza delle forze dell’ordine sul territorio, investendo in nuove tecnologie, concentrando la vigilanza nelle aree di maggior rischio, ed evitando la duplicazione dei compiti.
La grande criminalità organizzata, che esercita soprattutto il commercio della droga e il traffico di esseri umani, è un pericolo per l’ordine pubblico e un fattore di inquinamento della società e delle istituzioni.
http://www.partitosocialista.it/site/artId__136/307/DesktopDefault.aspx
In un paese civile una giustizia realmente giusta si regge su tre cardini fondamentali e inscindibili: un giudizio rapido, un giudice autonomo e imparziale, l’accusa e la difesa sullo stesso piano. Delle conseguenze derivanti dall’assunzione di questi obiettivi, purtroppo ancora lontani, nel programma di Veltroni non vi è traccia". Questo il giudizio di Enrico Buemi, del Partito socialista. "E'evidente questa assenza -prosegue Buemi-, perché diventerebbe necessario affrontare il nodo della separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, della responsabilità civile dei magistrati, della diversa regolamentazione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Come è ovvio, su tutto questo c’è il veto di Di Pietro e Veltroni non si può spingere oltre". Prosegue l'on.Buemi: "Ma se la giustizia in questi anni è peggiorata anziché migliorare, la colpa di chi è? Oggi chi ha dettato la linea al ministero, al Csm, nell’associazione nazionale magistrati, al governo, sono coloro che esercitano la maggiore critica e sono i censori di ciò che non va, come se fossero appunto dei marziani arrivati oggi sulla Terra". Il parlamentare socialista conclude: "Ai cittadini che aspettano da otto o dieci anni la conclusione di una causa, i quali devono sperare di avere un buon conto in banca per garantirsi una difesa efficace, possono sperare in un futuro migliore se il nuovo che si presenta oggi è una diversa rappresentazione del vecchio, responsabile di questa situazione insostenibile?"
La giustizia nel programma UDC
8
GIUSTIZIA
Non ci interessano le polemiche tra operatori della Giustizia ma il risultato: la risposta di Giustizia deve essere certa e rapida.
· Riorganizzazione della geografia giudiziaria secondo parametri minimi di funzionalità.
· “Rottamazione” delle cause civili: incentivazione delle conciliazioni delle cause pendenti attraverso bonus fiscali.
· Ricorso alla risoluzione alternativa delle controversie tramite gli organismi di conciliazione (introduzione della conciliazione per le liti condominiali).
· Introduzione di sanzioni significative per chi agisce o resiste in giudizio in modo palesemente infondato.
· “Se lo puoi arrestare lo puoi giudicare”: contestualità di giudizio tra libertà e colpevolezza; collegialità nei giudizi sulla libertà personale; incentivazione del giudizio con il rito immediato e per direttissima.
· Certezza della pena: il giudice del giudizio decide anche le modalità di esecuzione della pena; sfoltimento delle misure alternative al carcere, limitate a casi tassativi dopo aver scontato effettivamente almeno 2/3 della pena; introduzione del rito abbreviato su richiesta del PM per i reati meno gravi e contravvenzionali.
· Responsabilità del PM per l’esercizio dell’azione penale.
· Semplificazione dei riti civili e penali con attribuzione al giudice della responsabilità della ragionevole durata del processo con adozione di protocolli di gestione e programmazione delle udienze.
· Riforma della Sezione Disciplinare del CSM come organo esterno composto di personalità indipendenti.
· Attribuzione alla Polizia Giudiziaria di un reale potere di indagine e di investigazione, fissando termini perentori per la durata delle indagini preliminari.
· Utilizzo per le notifiche del domicilio del difensore con posta elettronica, garantendo il diritto di difesa ma evitando le lungaggini processuali.
· Esclusione del giudizio abbreviato e dell’applicazione della pena su richiesta delle parti per i reati più odiosi.
GIUSTIZIA
Non ci interessano le polemiche tra operatori della Giustizia ma il risultato: la risposta di Giustizia deve essere certa e rapida.
· Riorganizzazione della geografia giudiziaria secondo parametri minimi di funzionalità.
· “Rottamazione” delle cause civili: incentivazione delle conciliazioni delle cause pendenti attraverso bonus fiscali.
· Ricorso alla risoluzione alternativa delle controversie tramite gli organismi di conciliazione (introduzione della conciliazione per le liti condominiali).
· Introduzione di sanzioni significative per chi agisce o resiste in giudizio in modo palesemente infondato.
· “Se lo puoi arrestare lo puoi giudicare”: contestualità di giudizio tra libertà e colpevolezza; collegialità nei giudizi sulla libertà personale; incentivazione del giudizio con il rito immediato e per direttissima.
· Certezza della pena: il giudice del giudizio decide anche le modalità di esecuzione della pena; sfoltimento delle misure alternative al carcere, limitate a casi tassativi dopo aver scontato effettivamente almeno 2/3 della pena; introduzione del rito abbreviato su richiesta del PM per i reati meno gravi e contravvenzionali.
· Responsabilità del PM per l’esercizio dell’azione penale.
· Semplificazione dei riti civili e penali con attribuzione al giudice della responsabilità della ragionevole durata del processo con adozione di protocolli di gestione e programmazione delle udienze.
· Riforma della Sezione Disciplinare del CSM come organo esterno composto di personalità indipendenti.
· Attribuzione alla Polizia Giudiziaria di un reale potere di indagine e di investigazione, fissando termini perentori per la durata delle indagini preliminari.
· Utilizzo per le notifiche del domicilio del difensore con posta elettronica, garantendo il diritto di difesa ma evitando le lungaggini processuali.
· Esclusione del giudizio abbreviato e dell’applicazione della pena su richiesta delle parti per i reati più odiosi.
sabato 1 marzo 2008
La giustizia nel programma del Partito del popolo delle libertà
http://www.ilpopolodellaliberta.it/PROGRAMMA_PDL_2008.pdf
Terza missione : più sicurezza più giustizia
completamento della riforma dei codici, razionalizzazione delle leggi esistenti e attuazione dei principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale
- aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di priorità nell’allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese, più investimenti nell’amministrazione della giustizia quotidiana, a partire dalla giustizia civile
Terza missione : più sicurezza più giustizia
completamento della riforma dei codici, razionalizzazione delle leggi esistenti e attuazione dei principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale
- aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di priorità nell’allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese, più investimenti nell’amministrazione della giustizia quotidiana, a partire dalla giustizia civile
- garanzia della certezza della pena, con la previsione che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso reati di particolare gravità e di allarme sociale
-inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare .
-inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare .
- costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti
- rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei; confronto con gli operatori della giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini, che riconsideri l’organizzazione della magistratura, in attuazione dei principi costituzionali.
- limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione
- riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini
- completamento della riforma del Codice di Procedura Civile con snellimento dei tempi di
definizione ed incentivi alle procedure extra giudiziali
La giustizia nel programma del Partito democratico
http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=45315
4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA, IN TEMPI RAGIONEVOLI
4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA, IN TEMPI RAGIONEVOLI
a) Ridurre i tempi e aumentare l’efficienza della giustizia
Nella classifica relativa ai tempi della giustizia l’Italia è agli ultimi posti in Europa e nel confronto coi Paesi avanzati di tutto il mondo. I cittadini e le imprese italiane vedono ridursi i loro diritti in presenza di un sistema giudiziario che impiega anni e anni per risolvere le controversie.
La ragionevole durata del processo, principio affermato dalla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo e dalla Carta costituzionale, è un principio cui deve ispirarsi ogni intervento riformatore.
È indispensabile completare la stagione di riforme '96-'02, portando a compimento innanzitutto le misure già avviate sul processo civile (razionalizzazione e accelerazione del processo) e penale (razionalizzazione e accelerazione del processo, prescrizione dei reati, recidiva, tenuità del fatto); sviluppare in sede comunitaria l'iniziativa per giungere ad una sorta di "codice civile europeo"; riprendere e approvare il disegno di legge contro lo stalking e l'omofobia, già approvato dalla Commissione Giustizia della Camera nella XV Legislatura.Il bilancio del Ministero della Giustizia deve essere considerato non solo sotto l'aspetto delle spese, ma anche sotto quello delle entrate. Solo il 3% circa delle somme per pene pecuniarie e spese processuali sono effettivamente recuperate; eppure si tratta di somme non indifferenti,cui deve aggiungersi l'enorme patrimonio costituito da beni in sequestro o confiscati, che giacciono per anni in depositi infruttiferi.
Ci sono alcuni provvedimenti che possono essere presi immediatamente, per accrescere l’efficienza del sistema giudiziario italiano:
1. Accorpare i tribunali, ridistribuendo i magistrati e le risorse.
2. Creare dell'Ufficio per il processo, che consentirà anche la riorganizzazione delle cancellerie e la valorizzazione e riqualificazione del personale.
3. Realizzare rapidamente il processo telematico, strettamente legato all'Ufficio per il processo, eliminando gli infiniti iter cartacei che assorbono risorse preziose per la loro gestione e archiviazione.
4. Favorire la specializzazione dei magistrati, in particolare nel settore dei diritti fondamentali (famiglie e minori, diritti della persona, libertà personale, espulsioni).
5. Ampliare la specializzazione delle sezioni per le tematiche economiche.
6. Adottare misure straordinarie per la definizione del contenzioso arretrato.
7. Favorire una modifica dei contratti tra avvocati e clienti verso forme basate su premi alla rapidità.
8. Sottoporre le diverse sedi giudiziarie ad un sistematico monitoraggio, al fine di far emergere le migliori pratiche, da valorizzare, diffondere e mettere alla base di forme di premialità nella ripartizione delle risorse.
9. Incentivare la gestione manageriale degli Uffici giudiziari - anche prevedendo la figura del manager dell'Ufficio Giudiziario, un magistrato appositamente formato per l'assolvimento di questo compito - che sono ormai grandi organizzazioni, con tante risorse umane e materiali.
10. Eliminare la sospensione feriale dei termini processuali.
11. Creazione e rafforzamento di (e sistematico ricorso ad) un sistema di composizione extragiudiziale delle liti.
b) Intercettazioni sì, violazione dei diritti individuali noLo strumento delle intercettazioni di comunicazioni telefoniche, informatiche e telematiche è essenziale al fine di contrastare la criminalità organizzata ed assicurare alla giustizia chi compie i delitti di maggiore allarme sociale, quali la pedofilia e la corruzione.Bisogna conciliare tali finalità con diritti fondamentali come quello all’informazione e quelli alla riservatezza e alla tutela della persona.Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali.E’ necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un’efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati.
Il programma sulla giustizia della Sinistra arcobaleno
http://www.sinistraarcobaleno.org/programma/
1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.
1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.
Il programma sulla Giustizia della Destra
La sicurezza come pre-condizione di Libertà e Giustizia
http://www.storace.it/area-download/
Storie di ordinaria in-Giustizia
La situazione della Giustizia in Italia è ormai prossima al collasso.
http://www.storace.it/area-download/
Storie di ordinaria in-Giustizia
La situazione della Giustizia in Italia è ormai prossima al collasso.
Nel settore civile ci sono circa quattro milioni di cause pendenti, oltre la metà da almeno tre anni, e le pendenze non accennano a diminuire. In media occorrono per la sentenza di primo grado almeno tre anni, ulteriori quattro anni per il giudizio di appello ed almeno tre anni per la Cassazione.
Nel penale le Procure della Repubblica sono intasate di fascicoli ed una buona parte di procedimenti si esaurisce con la prescrizione del reato.
Nessun effetto deflativo ha avuto l’indulto che naturalmente ha agito sulle pene derivate da procedimenti ormai esauriti e non sui procedimenti pendenti, aggravando invece la situazione per nuovi processi a carico di chi, avendo usufruito dell’indulto, ha violato regole comportamentali ed è tornato a delinquere.
In termini di Giustizia sostanziale è evidente che un processo civile lungo e defatigante ostacola chi ha ragione, mentre un processo penale che si esaurisca nella sostanziale impunità non serve certo allo scopo primario: quello di proteggere la collettività dal crimine reprimendo chi si pone al di fuori delle norme dell’ordinato vivere civile.
La Destra rivendica la puntuale attuazione dell’articolo 111 della Costituzione, con un processo giusto, vicino alle esigenze del singolo cittadino ma attento alla protezione della collettività.
In materia penale si deve dare piena attuazione alla separazione delle carriere dei Magistrati, tra giudicanti e requirenti, ipotizzando anche la possibilità di sottrarre l’ufficio del pubblico accusatore, almeno nella fase strettamente processuale, alla Magistratura togata per affidare la difesa dello Stato a dei difensori di professione, esaltando in tal modo la terzietà del Giudice.
Nel civile bisogna assolutamente riservare al rito ordinario solo le controversie di maggiore rilevanza mentre le controversie minori debbono essere affidate a strumenti alternativi di conciliazione ed ad organi giudicanti anche non togati.
Nel diritto sostanziale penale vi è necessità di una profonda revisione dei codici con l’eliminazione, nel penale, di tutta quella serie di reati di opinione, anacronistici quanto ingiustificati; evidenziando i reati di maggior allarme sociale, con pene adeguate e con strumenti di esecuzione pena che la rendano effettiva.
Nel civile è necessario uno snellimento delle norme con l’eliminazione della pletora di riti, oggi venticinque, che danneggiano la organizzazione degli uffici e rendono lungo e faticoso il processo.
Infine bisogna destinare a tutto il settore risorse adeguate sia in termini di personale che di organizzazione ed automazione degli uffici, consapevoli che ogni singolo euro ben investito nel settore giustizia rende - in termini di qualità del vivere civile - cento volte tanto.
I programmi sulla giustizia del Pdl e del Pd a confronto
Pubblichiamo ,lasciando ai lettori ogni valutazione i punti sulla giustizia dei programmi del Pdl e del Pd
http://www.adnkronos.com/IGN/Zoom/?id=1.0.1926073505
Partito del Popolo delle Libertà:
"Piu' sicurezza, piu' giustizia", il futuro governo a guida Berlusconi si impegna su un aumento progressivo delle risorse per la sicurezza, la maggiore presenza sul territorio delle forze dell'ordine ed incremento della polizia di prossimita'.
E inoltre, via libera all'apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea per l'identificazione e l'espulsione dei clandestini, il contrasto all'insediamento abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza.
Viene confermato il collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e contrasto allo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati.
Per la lotta al terrorismo si parla di stretto controllo dei centri collegati alla predicazione fondamentalista.
Sul fronte del sistema giudiziario, si programma il completamento della riforma dei codici, l'attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati, l'aumento delle risorse per la giustizia, la garanzia della certezza della pena, inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne;
gratuito patrocinio a favore delle vittime;
istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare, la costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti.
Inoltre:
-distinzione delle funzioni nella magistratura,
-intercettazioni limitate ai reati ''più gravi'' con pesanti sanzioni a carico di chi le diffonde e le pubblica.
Partito Democratico:
"Diritto alla giustizia giusta" che prevede fra l'altro:
accorpamento dei Tribunali,
processo telematico,
specializzazione dei magistrati.
Un capitolo del quarto punto è dedicato a "Garanzie e diritti": le intercettazioni servono all'autorita' giudiziaria ma "ci sia chi risponda delle violazioni del diritto alla riservatezza". Morando ha spiegato che il responsabile del procedimento non può che essere individuato nel Pubblico ministero.
In questa parte del programma si assume l'impegno a prevenire l'accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico, e si sancisce che "il Pd promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi".
http://www.adnkronos.com/IGN/Zoom/?id=1.0.1926073505
Partito del Popolo delle Libertà:
"Piu' sicurezza, piu' giustizia", il futuro governo a guida Berlusconi si impegna su un aumento progressivo delle risorse per la sicurezza, la maggiore presenza sul territorio delle forze dell'ordine ed incremento della polizia di prossimita'.
E inoltre, via libera all'apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea per l'identificazione e l'espulsione dei clandestini, il contrasto all'insediamento abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza.
Viene confermato il collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e contrasto allo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati.
Per la lotta al terrorismo si parla di stretto controllo dei centri collegati alla predicazione fondamentalista.
Sul fronte del sistema giudiziario, si programma il completamento della riforma dei codici, l'attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati, l'aumento delle risorse per la giustizia, la garanzia della certezza della pena, inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne;
gratuito patrocinio a favore delle vittime;
istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare, la costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti.
Inoltre:
-distinzione delle funzioni nella magistratura,
-intercettazioni limitate ai reati ''più gravi'' con pesanti sanzioni a carico di chi le diffonde e le pubblica.
Partito Democratico:
"Diritto alla giustizia giusta" che prevede fra l'altro:
accorpamento dei Tribunali,
processo telematico,
specializzazione dei magistrati.
Un capitolo del quarto punto è dedicato a "Garanzie e diritti": le intercettazioni servono all'autorita' giudiziaria ma "ci sia chi risponda delle violazioni del diritto alla riservatezza". Morando ha spiegato che il responsabile del procedimento non può che essere individuato nel Pubblico ministero.
In questa parte del programma si assume l'impegno a prevenire l'accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico, e si sancisce che "il Pd promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi".
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