lunedì 22 settembre 2008

ANM : documento conclusivo del CDC del 21 settembre e posizione di MI


Associazione Nazionale Magistrati


DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL CDC DEL 21 SETTEMBRE 2008


L’Anm ribadisce l’urgente necessità di un ampio processo di riforme dirette ad assicurare funzionalità ed efficacia al sistema giudiziario, secondo le proposte già presentate al Ministro della Giustizia in materia di riforma del processo civile e penale, revisione delle circoscrizione giudiziarie, depenalizzazione dei reati minori ed introduzione di pene alternative alla pena carceraria.
Siamo purtroppo costretti a constatare che il Governo è del tutto inadempiente rispetto alle reiterate richieste di interventi e, al contrario, ha effettuato drastiche riduzioni delle risorse finanziarie e del personale, che provocheranno a breve il definitivo allontanamento della prospettiva di qualunque risposta di giustizia ai cittadini.
L’Associazione Nazionale Magistrati, ben conscia del proprio ruolo e dell’impegno richiesto e mai negato, ritiene fondamentale verificare la concreta attuazione delle importanti innovazioni introdotte con la recente riforma dell'ordinamento giudiziario in tema di responsabilità disciplinare dei magistrati, di periodiche valutazioni di professionalità, di temporaneità degli incarichi direttivi ed organizzazione delle Procure come occasione per un ampio rinnovamento dell'istituzione giudiziaria, sempre finalizzato all’efficienza della risposta di giustizia.
Ricordiamo, inoltre, proprio nei giorni in cui ricorre il diciottesimo anniversario della morte del collega Rosario Livatino, che i magistrati italiani spesso esercitano le proprie funzioni in contesti ambientali caratterizzati da una diffusa criminalità organizzata ponendo a rischio l’incolumità personale, come avvenuto in recenti episodi.
Non è, quindi, in alcun modo funzionale all’efficacia del sistema giudiziario una riforma dell’assetto costituzionale della magistratura.
In quest’ottica l’Associazione riafferma le ragioni della sua contrarietà alla separazione delle carriere del giudice e del pubblico ministero, alla riforma della composizione del CSM per attribuire più spazio alla politica ed alla ulteriore revisione del sistema disciplinare.
Aumentare la partecipazione di esponenti politici nell’organo di governo autonomo ed in sede di giudizio disciplinare non sarebbe funzionale alla risoluzione delle reali problematiche, bensì unicamente a fornire alla politica un maggiore potere sui giudici ed a ridurre l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.
Analogamente sono inaccettabili interventi, tanto più con legge ordinaria su importanti istituti processuali che operino surrettizie modifiche volte di fatto ad indebolire il sistema delle garanzie.
Chiediamo al Ministro della Giustizia, al Governo ed al Parlamento, di adottare subito tutte le iniziative necessarie per consentire ai magistrati di fornire risposte idonee ed in tempi rapidi alla domanda di giustizia nell’ambito dell’attuale assetto costituzionale.
In particolare, la gravissima disfunzione degli uffici giudiziari ed il profondo disagio dei magistrati che vi lavorano, gravemente accentuati dagli interventi in sede di legge finanziaria, impongono un incisivo impegno di denuncia e di protesta.
Pertanto, il Comitato Direttivo Centrale ribadisce il sostegno all’operato della Giunta Esecutiva Centrale ed auspica la massima partecipazione alle iniziative delegate alle sezioni distrettuali per denunciare le condizioni cui si trovano gli uffici giudiziari e gli effetti devastanti sulle risorse e sul personale dei recenti provvedimenti legislativi.
Roma, 21 settembre 2008
Magistratura Indipendente
Ribadisce il proprio giudizio critico sull'operato della Giunta che oggi si presenta a chiedere la ratifica di una serie di prese di posizione chesostanzialmente integrano ancora una volta la netta chiusura rispetto all'intero arco delle proposte di riforma ventilate a livello politico, senza con ciò entrare nel merito e controproporre, confrontandosi in tal modo con la realtà di alcuni dei problemi sollevati ed effettivamente esistenti (es. correntismo), che possono esser risolti con interventi di legislazione ordinaria (ad esempio sul sistema elettorale del CSM), senza procedere a modifiche costituzionali.
In particolare, per quanto riguarda il decreto legge sulle sedi disagiate, MI,pur condividendo la richiesta della GEC di attenuare il principio dell'assegnazione dei magistrati di prima nomina ad uffici penali monocratici e requirenti con previsione della possibilità di deroghe in casi eccezionali,ritiene che l'ultimo documento elaborato sul punto dalla GEC non ribadisca le controproposte praticabili in sede di conversione in legge del decreto, quali ad esempio l'istituto della "coassegnazione" dei procedimenti con altro magistrato anziano; ritiene inoltre che il documento non segnali con la dovuta forza l'incostituzionalità, per violazione del principio di inamovibilità dei magistrati, della disciplina sui trasferimenti nelle sedi a copertura immediata;il documento, poi, appare del tutto neutro sulla questione degli incentivieconomici per il trasferimento a domanda, laddove tali incentivi costituisconosicuramente uno degli strumenti praticabili per far fronte all'emergenza della copertura delle sedi disagiate; è comunque necessario introdurre specifiche modifiche al testo predisposto dal Governo onde evitare pregiudizi e trattamenti disomogenei tra i magistrati. Peraltro il concetto di sede disagiata non deveessere affidata a criteri meramente burocratici, ma deve esser agganciato a situazioni concrete e reali dei singoli uffici, quali la posizione geografica, icarichi di lavoro e gli indici di scopertura riferiti a un più ampio arco di tempo.
In ordine alle misure sulla limitazione delle intercettazioni telefoniche,condivise le critiche al testo predisposto dal Governo circa l'eccessiva ampiezza di tale limitazione che comprometterebbe la fattibilità o, comunque,l'efficacia di complesse indagini su reati di particolare gravità, resta ilproblema degli abusi che si sono verificati in concreto e in determinatesituazioni in particolare nella diffusione mediatica di intercettazioni prive di rilevanza con fatti di reato, che hanno leso gravemente il diritto allariservatezza di determinati cittadini. Rispetto a tale situazione, la risposta dell'ANM sembra porsi in una posizione di sostanziale indifferenza, al di là di esternazioni di principi (che peraltro s'incentrano anche su aspetti secondariper la magistratura quali la tutela del "diritto di cronaca"), a cui fa seguito però la indisponibilità a qualunque intervento riformatore a tale riguardo;ancora una volta assenza di una seria "autocritica", che accrescerebbe la legittimazione dell'ANM nella interlocuzione rispetto alle proposte riformatrici.
Quanto alla istituzione dell'ufficio stampa dell'ANM, si segnala l'inefficacia e l'onerosità di tale servizio, evidenziando che l'esigenza a cui si vorrebbe far fronte con l'istituzione di detto ufficio potrebbe essere meglio salvaguardata consentendo agli stessi vertici associativi di potersi dedicare con pienezza a tale funzione, anche attraverso la richiesta di riconoscimento delle normali prerogative delle rappresentanze sindacali.
MI stigmatizza, poi, il silenzio sull'attività dei Gruppi di lavoro, inparticolare di quelli incaricati di occuparsi delle riforme processuali. Se èvero, come è vero, che questi sono gli aspetti su cui si gioca la sfida dell'"efficienza" del sistema-giustizia, occorre che il CDC nella sua completezza conosca le elaborazioni e le proposte (se ci sono state) dei sovrabbondanti gruppi di lavoro da tempo nominati dall'attuale maggioranza dell'ANM.MI segnala con disappunto il clima dell'odierno CDC, nel quale si è respirato ancora più di altre volte un clima di sterile e pregiudiziale "contrapposizione politica", del tutto inadeguato ad affrontare la situazione attuale ed il sempre più diffuso disagio vissuto dal Colleghi nel lavoro quotidiano.Lo stato di agitazione finora non ha prodotto alcuna iniziativa concreta. E'tempo di passare dalle parole ai fatti.
MI stigmatizza in proposito la rinuncia della maggioranza a riflettere concretamente sulla cessazione delle attività svolte in supplenza da tutti gli operatori della giustizia secondo lo spirito dell'iniziativa per l' "Appello per la giustizia" come per prima ideata da magistratura indipendente.
Infine, MI richiama l'attenzione sui recenti gravi episodi di intimidazione posti in essere nei confronti di alcuni magistrati impegnati in processi dicriminalità organizzata: non si può sottovalutare il problema della sicurezzadei magistrati che operano in alcune aree del territorio nazionale.
Prendiamo atto con soddisfazione che il CDC, su iniziativa del nostro gruppo, ha deciso di prendere una posizione ferma su questo problema


Il Comitato Direttivo Centrale

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