giovedì 1 maggio 2008

Più rispetto della dignità e del lavoro dei magistrati.. una ANM che sia più sindacato e meno partito

Una delle questioni cruciali del prossimo congresso della ANM sarà proprio il suo ruolo. Da più parti ormai si invoca una ANM diversa più "sindacato" e meno partito ,più concentrata sulle questioni reali e sulle condizioni di lavoro dei magistrati ,giudicanti e requirenti e meno disposta a ricoprire un ruolo politico o di indirizzo politico .
I magistrati vivono una situazione insolita ,con il blocco di ogni forma di mobilità interna ,con l'entrata in vigore di normative penalizzanti dal punto di vista economico e organizzativo proprio in termini di mobilità e prospettive di carriera ,con il blocco ormai da diversi anni dei pensionamenti (peraltro in tutti i ruoli apicali) e delle immissioni in ruolo.
I magistrati ,unici nel pubblico impiego, sono impropriamente visti come responsabili dello sfacelo del sistema giudiziario e giustamente segnalano che le cause sono tante e differenti ,non ultima l'eccessiva proliferazione di garanzie formali e la ridondanza di riti che non ha eguali in altri sistemi giudiziari.
Eppure proprio le loro condizioni di lavoro giudiziario ,il rispetto di garanzie minime di dignità delle condizioni nelle quali si trovano ad operare (ne sanno qualcosa i colleghi nelle sedi del meridione) meriterebbe attenzione e rispetto ,in primo luogo meriterebbe una attenzione sindacale che ,allo stato non c'è proprio .
Spieghiamo ai cittadini che molti di noi lavorano ,senza alcun riconoscimento economico ,anche di notte e nei giorni festivi ,che molti di noi operano in condizioni di rischio concreto e che le nostre famiglie conoscono assai bene cosa significa non avere spazi per loro ,perchè il lavoro continua ,i provvedimenti vanno depositati ,la produttività va mantenuta in modo continuo..
Certo ci sono anche casi di disinteresse e di disimpegno ,che allarmano l'opinione pubblica ,giustamente ,ma questi non devono essere confusi con l'impegno e il senso del servizio che è proprio della stragrande maggioranza dei magistrati italiani ,con il senso dello Stato che impone a tutti i magistrati di essere al loro posto sempre ,con umiltà e responsabilità verso i cittadini e gli utenti .
C'è la lealtà istituzionale di molti contro il disimpegno di pochi ,c'è l'isolamento di chi si trova a vivere una situazione di emarginazione in realtà locali difficili senza alcun sostegno da parte della associazione e dei suoi esponenti,c'è un consenso che "serve" a costruire carriere di pochi ma che non serve affatto a migliorare le condizioni di lavoro di molti .
Si dovrà partire da un referendum ,da una consultazione generale ,da una iniziativa coraggiosa di riforma che sancisca la fine del carrierismo correntizio attraverso un vero regime di incompatibilità tra ruolo sindacale improprio ruolo "politico" e rappresentativo .
L'autoreferenzialità ,della quale siamo tutti vittime nasce e prospera dal malinteso senso di esponenzialità "esclusiva" dei temi della giustizia da parte della magistratura .
Oggi ,primo maggio,avremmo voluto vedere queste dichiarazioni ,avremmo voluto sentire poche parole di conforto per le lavoratrici e i lavoratori della giustizia ,ma siamo sicuri che presto la loro voce si sentirà direttamente ,e molto forte nel prossimo congtresso , e che le strategie elitarie e aristocratiche di pochi conteranno ben poco di fronte al dirompente disagio della maggioranza dei magistrati .Indipendenti .

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