venerdì 29 febbraio 2008

Le prossime elezioni dei Consigli giudiziari

Qualche riflessione nell’imminenza della scadenza elettorale per il rinnovo dei Consigli giudiziari può e deve essere svolta .

In primo luogo la nuova norma affida ai c.g. funzioni molto più penetranti nella valutazione delle esperienze professionali ,occorre perciò assicurare che i candidati alle elezioni siano innanzitutto non esclusiva espressione di programmi preconfezionati ,ma in qualche modo siano essi stessi garanzia di indipendenza di giudizio e di valutazione .

Tanto più questa indipendenza di giudizio e di valutazione sarà percepita con immediatezza ,indipendentemente forse dal gruppo di “appartenenza” tanto più sarà chiaro chi si pone per il cambiamento e chi ,invece , ripropone ,al di là delle pure e semplici “promesse” di rinnovamento nomi consueti e già “decisi” ,nomi rispetto ai quali l’elettorato non può che assicurare una ratifica pura e semplice ,ancora una volta.

Un segno di rinnovamento vero e proprio sarebbe l’assicurazione di presenze diversificate e “nuove” effettivamente : il rinnovamento che oggi la società civile impone in ogni scelta amministrativa e politica è fatto di proposte coerenti ,di comportamenti trasparenti ,di capacità riconosciute e riconoscibili .

Un passo indietro delle logiche puramente correntizie ,come si è detto in questa sede sarebbe quello di favorire il ricambio ,non solo generazionale ,anzi non solo apparentemente generazionale, ma tenendo conto soprattutto di “vissute” esperienze verificabili e reali proposte di impegno sui temi della indipendenza e della professionalità non sulla base della appartenenza ma sul terreno della coerenza e della coscienza professionale .

Dal dibattito on line nella mailing list della ANM traspare un’ansia di rinnovamento che non vorremmo vedere strumentalizzata o peggio completamente tradita. La mailing list è nata sulla base di una proposta coraggiosa ,e non sarebbe esistita ,con tutte le sue difficoltà tecniche , se alcuni di noi non avessero chiesto un primo passo nel senso dell’abbattimento di steccati e barriere che oggi esistono (o coesistono) nella nostra professione .

Vorremmo vedere anche un dialogo costante ,come quello che ora avviene non tanto per stigmatizzare o “condannare” ma per capire o cercare di capire quelli che sono cause ,nodi problematici ,sintomi di una crisi che ci tocca a livello nazionale e locale e che investe il nostro modo di “essere” magistrati oggi .

Non è possibile ,in questa occasione, accettare una scelta astensionista ,e neppure immaginarla,ma riteniamo non sia possibile neppure ignorare quelle che sono le richieste di molti magistrati ,quelli che credono che associazionismo e dimensione “sindacale” della ANM non siano solo risolvibili in una dimensione da “dopolavoro” ma richiedano sempre di più coerenza ,comprensione e vicinanza ai problemi quotidiani di giudici civili e penali, e di pubblici ministeri giovani e meno giovani chiamati a rendere giustizia in condizioni difficili ,che non intendono più accettare passivamente un professionismo “politico” fine a sé stesso e che chiedono a gran voce partecipazione e trasparenza.

Nessun commento: